Israele. Continuano le violenze e le proteste per i metal detector sulla Spianata delle Moschee

Notizie Geopolitiche –

Non si fermano le violenze in Israele, in particolare a Gerusalemme, dopo che venerdì scorso è stato interdetto l’accesso ai palestinesi maschi con meno di 50 anni e le autorità hanno istallato metal detector, gesto interpretato dai musulmani come il tentativo di assumere il controllo della Spianata delle Moschee proprio nel giorno di preghiera. Il luogo è il terzo santo per l’Islam, ma la presenza dei metal detector ha spinto anche gli over 50 a rifiutarsi di accedere alla Spianata delle Moschee, per cui preghiera e protesta si sono volte nelle vie circostanti, confaccio di pietre e cariche della polizia.
Le violenze sono continuate un po’ ovunque, e quello he doveva essere il “Venerdì della collera” si è trasformato in un weekend al alta tensione, con almeno 5 vittime palestinesi (un 17enne dilaniato da una bottiglia molotov che stava trasportando) e tre israeliane, padre e figli coloni uccisi da un militante di Hamas.
A Gerusalemme sono confluiti migliaia di agenti per tenere sotto controllo la situazione, e per oggi è stato convocato dal premier Benyamin Netanyahu il gabinetto di difesa del governo. Il ministro della Sicurezza interna Ghilad Erdan è intervenuto sulla radio militare per far sapere che al momento non ci sono ripensamenti sui metal detector e che sono allo studio ulteriori sistemi di sicurezza. In un blitz sono stati arrestati numerosi esponenti di Hamas, tra cui un deputato del partito egemone a Gaza.
Alla decisione di imporre limitazioni controlli a chi entra nella Spianata delle Moschee si è giunti dopo che venerdì 14 luglio tre assalitori palestinesi hanno fatto irruzione sulla Spianata delle Moschee nei pressi della Porta dei Leoni armati di fucili Carl Gustav, di fabbricazione artigianale, e di una pistola, ed hanno aperto il fuoco colpendo tre militari israeliani, uccidendone due prima di venire a loro volta neutralizzati.