Kurdistan Irq. Barzani sente Tillerson. Che tiene il piede in due scarpe

di Shorsh Surme –

L’argomento referendum per l’indipendenza del Kurdistan Irq., fissato per 25 settembre, è stato affrontato in una telefonata giovedì scorso tra il presidente della Regione autonoma Massoud Barzani e il segretario di Stato Usa Rex Tillerson, i quali hanno analizzato la questione alla luce degli ultimi sviluppi politici.
Al momento non è chiaro cosa vogliano gli Usa, o meglio, come sempre cercano di tenere il piede in due scarpe al fine di proteggere i propri interessi sia nel Kurdistan che nell’Iraq.
Infatti Tillerson nel corso della conversazione con Barzani ha lodato giustamente il ruolo delle forze curde, i valorosi Peshmerga, per il loro ruolo centrale nella guerra contro lo Stato Islamico (Isis), ed ha valorizzato i sacrifici che migliaia di essi hanno fatto per sconfiggere i tagliagole del “Califfato”. Tuttavia l’occidente tende a vedere la questione curda come una sorta di minaccia allo status quo dell’area e vorrebbe una soluzione pacifica al problema, ma nei fatti si limita a cercare di risolvere solo le tensioni che costituiscono una minaccia diretta agli interessi occidentali.
Non dimentichiamo che i curdi sono il maggiore gruppo etnico-nazionale senza uno Stato, quindi il popolo curdo ha tutto il diritto di avere l’aspirazione all’indipendenza sia dal punto di vista politico che quello del diritto internazionale.
Purtroppo Europa e Stati Uniti, che sono due componenti fondamentali dell’occidente, hanno usato da sempre i curdi come pedine sulla scacchiera geopolitica.
Tutti i curdi sognano uno stato indipendente, anche perché non hanno mai riconosciuto i confini artificiali tracciati a tavolino e sanciti nell’accordo di Sykes-Picot nel 1916.