Libia. Le forze di Tripoli assumono il controllo di Sabratha. Trovati 6mila migranti pronti a essere imbarcati

di Vanessa Tomassini

Il brigadier generale Omar Abdul Jalil, capo della regia operativa Anti-IS (Aior) di Sabratha, ha annunciato la sconfitta della brigata Amu e del 48mo battaglione, assumendo quindi il pieno controllo della città di Sabratha.
Il capo delle forze anti-Isis ha invitato i cittadini a non vendicarsi contro le famiglie degli uomini della brigata Amu o di altri miliziani, e a non danneggiare le loro proprietà. Sembrerebbe infatti, stando al comunicato di Jalil, che le case del leader Amu Ahmed Dabashi e di uno dei suoi parenti sarebbero state bruciate. Il nome di al-Dabashi è passato agli onori delle cronache internazionali perché a capo della milizia con cui l’Italia avrebbe preso accordi per fermare i flussi migratori, rivelatasi poi priva di fondamento e smentita con forza dalla diplomazia italiana.
Il Consiglio municipale di Sabratha, congratulandosi con l’Aior, ha anche invitato le persone a non effettuare attacchi di vendetta, aggiungendo che coloro che erano fuggiti dalle loro case a causa degli scontri non dovrebbero farvi ritorno fino a quando l’intera area non sia stata messa in sicurezza. Fino a quando cioè non vi sia certezza che siano state eliminate tutte le mine anti-uomo e disinnescati gli ordigni piazzati dai miliziani per resistere. Lo stesso invito è stato fatto dal presidente del Consiglio di Tripoli, Fayez al-Serraj, al quale risponde il battaglione di Jalil. al-Sarraj ha espresso profonda soddisfazione per il risultato raggiunto, aggiungendo che i miliziani Amu e gli uomini delle altre brigate verranno assicurati alla giustizia, esprimendo “pieno apprezzamento” per le azioni dell’AIOR. L’evento è stato confermato anche dal Sabratha Media Center, che fino ad ora aveva sostenuto gli uomini di Amu e il 48mo battaglione.
Il controllo della città è stato possibile grazie all’intervento del generale maggiore Osama Juwaili, avvalsosi anche della collaborazione del concilio degli anziani di Sabratha, ponendo definitivamente la città sotto il controllo del presidente del Consiglio tripolino al-Serraj. La fine dei combattimenti, andati avanti per settimane, è stata possibile anche grazie alla collaborazione dell’esercito e della polizia del maggiore Hassen Dhawadi, fortemente sostenuti dalla popolazione, che ha voluto fortemente che tutte le milizie abbandonassero la città per ristabilire ordine e sicurezza. Alcune fonti sostengono che fino a poco fa alcuni scontri erano ancora in corso: sembrerebbe infatti che gli uomini di al-Dabbashi avrebbero provato a lanciare una controffensiva, con il supporto di un’altra brigata, quella di Mohamed al-Kilani da Zawia, poi costretti alla ritirata. Incendi e colpi di mortaio hanno danneggiato anche il centro della città, tra cui anche la storica moschea.
Le forze di polizia hanno anche dichiarato di aver trovato nei pressi di Sabratha circa 6mila migranti a cui le milizie avevano promesso il viaggio verso l’Europa; attualmente i migranti si trovano sotto la custodia degli uomini dell’AIOR in attesa di ricevere gli aiuti umanitari necessari da parte delle organizzazioni umanitarie.