Ue. Migranti: deferite dalla Commissione Repubblica Ceca, Polonia e Ungheria

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Ungheria, Repubblica Ceca e Polonia sono state oggi deferite dalla Commissione Europea a seguito dell’apertura in giugno della procedura per il mancato ricollocamento dei migranti e quindi per non aver preso parte al piano europeo volto a far fronte dell’emergenza che ha investito in particolare Grecia e Italia.
Il vicepresidente della Commissione europea, Frans Timmerman, ha spiegato che “I tre Paesi membri non hanno fornito alcuna indicazione circa la partecipazione al meccanismo di ricollocazione di emergenza”, aggiungendo che “Una cosa deve essere molto chiara: non ci possono essere soluzioni alla free-rider. Se uno Stato membro si trova ad affrontare una crisi, deve poter contare sulla solidarietà di ciascun altro stato membro”, per cui “Non ci si può sfilare dalla solidarietà perché non ci si sente a proprio agio”.
In settembre il premier ungherese Viktor Orban si era visto con l’omologa polacca Beata Szydlo, fedelissima del nazionalconservatore Jaroslaw Kaczynski, e nell’occasione aveva detto di ritenere che vi siano due blocchi in Europa, da una parte “quelli che scommettono tutto sull’immigrazione”, grosso modo gli ex coloniali, dall’altra “quelli che non vogliono diventare Paesi di immigrazione e vogliono risolvere i loro problemi demografici attraverso politiche per la famiglia e con stimoli economici”. Sostenendo che “Non vogliamo una popolazione mista, come invece avviene nei Paesi più ad ovest di noi, dove come risultato di questa commistione l’elemento cristiano sta perdendo il suo ruolo”, Orban aveva dichiarato di “non credere che il futuro dell’Ue dipenda dalla possibilità di comunicazione tra questi due gruppi. Invece di dare prova di mutuo rispetto, i Paesi meta di immigrazione vogliono forzarci a diventare come loro”.