Usa. Russiagate: noti i nomi dei partecipanti all’incontro Trump Jr. – Veselnitskaya

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Il New York Times ha svelato l’identità dell’ottavo uomo presente all’incontro del 9 giugno 2016 con Donald Trump Jr., il figlio del presidente Usa allora alla ricerca di informazioni utili a screditare in campagna elettorale la concorrente democratica Hillari Clinton.
Con l’avvocata russa Natalia Veselnitskaya c’era infatti un personaggio in penombra, Irakly Kaveladze, il quale è un finanziere georgiano che da oltre 15 anni offre i suoi servizi a clienti russi. Descritto come “di origini sovietiche” (negli Anni sessanta la Georgia era parte dell’Unione Sovietica), il nome di Kaveladze era saltato fuori 17 anni fa quando aveva messo su 2mila società nello Stato del Delaware e aveva aperto oltre 100 conti bancari per clienti russi, che li usavano per trasferire milioni di dollari all’estero.
Oltre a Veselnitskaya, Kaveladze, l’interprete Anatoli Samochornov e Donald Trump Jr., erano presenti all’incontro il responsabile della campagna elettorale, Paul J. Manafort, il genero di Trump, Jared Kushner, il lobbista russo-statunitense Rinat Akhmetshin ed il promoter musicale Rob Goldstone, che secondo gli inquirenti organizzò l’incontro alla Trump Tower, ormai uno dei capisaldi del Russiagate.
Il 9 giugno 2016 Hillary Clinton aveva parecchi punti di vantaggio su Trump, ma poco dopo hacker russi divulgarono oltre 20mila email del partito democratico che portarono alla luce un’operazione del comitato centrale, che avrebbe dovuto essere neutrale, volta a screditare il candidato alle primarie Bernie Sanders a vantaggio dell’ex segretario di Stato. Uno scandalo che ribaltò le sorti dei concorrenti, ma cosa diedero in cambio i Trump alla controparte russa?

Oltre a questo vi sono sospetti sugli uomini chiave di Trump: oltre al figlio, Junior, vi è Michael Flynn, l’effimero consigliere per la Sicurezza nazionale, il quale avrebbe tenuto contatti con la Russia sia prima che dopo la campagna elettorale, addirittura promettendo all’ambasciatore russo a Washington Sergey I. Kislyak l’eliminazione delle sanzioni al suo paese.
Vi è poi il ministro Jeff Sessions, ora autosospesosi, il quale è stato riascoltato dalla specifica commissione senatoriale dove ancora una volta ha negato sotto giuramento di avere avuto rapporti con i russi durante la campagna elettorale, mentre l’Fbi continua a dirsi certa di avere le prove di almeno tre incontri dell’Attorney General con l’ambasciatore russo Kislyak.
Vi è il genero di Trump, Jared Kushner, pure lui per poco tempo consigliere, avrebbe avuto rapporti con Flynn ma anche con Serghei Gorkov, capo della banca russa Vneshecononmbank, vicina al Cremlino e nell’elenco degli obiettivi delle sanzioni.
E vi è Paul Manafort, che già nell’agosto 2016 si era dimesso dal suo ruolo di responsabile della campagna elettorale del candidato repubblicano in quanto risultato essere stato sul libro paga del partito filorusso dell’ex presidente ucraino Viktor Yanukovich, per delle consulenze da 12,7 milioni di dollari che interessarono il periodo dal 2007 al 2012. Una montagna di denaro evasa, ma anche tanto imbarazzo per l’allora candidato repubblicano: gli inquirenti ucraini avevano informato che da una loro inchiesta su società utilizzate dal cerchio magico di Yanukovich per mantenere un lussuoso stile di vita era saltato fuori un affare di 18 milioni di dollari per vendere partecipazioni della tv via cavo ucraina a una società creata in partnership tra lo stesso Manafort e un oligarca russo, Oleg Deripaska, vicino al presidente russo Vladimir Putin.) e che da oltre 15 anni offre i suoi servizi a clienti russi. Secondo il New York Times è già stato contattato dal procuratore speciale del Russiagate, Robert Mueller, che gli ha chiesto un colloquio. “Gli inquirenti non vedono l’ora di parlare a tutti i partecipanti dell’incontro, secondo una fonte al corrente dell’inchiesta”, precisa il quotidiano newyorkese. Kaveladze in realtà sarebbe noto agli investigatori Usa da molto tempo, da quando 17 anni fa “incapparano in questo oscuro finanziere di origini sovietiche” mentre stavano cercando di fare chiarezza su una vicenda di riciclaggio di danaro, un caso da un miliardo e mezzo di dollari. Emerse, all’epoca, che il businessman aveva fondato 2.000 società in Delaware e aveva aperto oltre 100 conti bancari per clienti russi, che li usavano per trasferire milioni di dollari all’estero, secondo la ricostruzione del Times. Secondo il suo avvocato, Scott S. Balber, Kaveladze ha partecipato all’incontro con Donald Jr come rappresentante di una “famiglia russa di spicco” che ha organizzato il meeting diventato la prima spina nel fianco di Trump.