Usa. Trump incontra Erdogan, ‘Isis e Pkk senza luogo sicuro’. Pestati a Washington i manifestanti turchi

Notizie Geopolitiche

Il presidente Usa Donald Trump ha ieri ricevuto alla Casa Bianca il collega turco Recep Tayyp Erdogan per un colloquio improntato su diversi temi tra i quali il terrorismo internazionale e la crisi siriana.
In occasione della conferenza stampa finale Trump ha affermato che “Sosteniamo la Turchia nella lotta al terrorismo e negli sforzi per ridurre la violenza in Siria” e che bisogna “assicurarsi che l’Isis e il Pkk non abbiano nessun posto sicuro”, incredibilmente mettendo sullo stesso piano il califfato di Abu Bakr al-Baghdadi e il Partito curdo dei Lavoratori, verso il quale l’amministrazione Erdogan ha intrapreso una nuova e sanguinosa guerra a seguito dell’attentato di Suruc del luglio 2015, peraltro commesso dall’Isis che allora la Turchia sosteneva.
Anche per Erdogan “Siamo impegnati a combattere tutte le forme di terrorismo, senza discriminazione. Non c’è posto per le organizzazioni terroristiche nel futuro della nostra regione”.
Il presidente turco ha inoltre chiesto a Trump l’estradizione dell’imam Fethullah Gulen, residente a Philadelphia dal 1989 e accusato da Erdogan di essere la mente del fallito golpe, vero o presunto che sia stato, del 15 luglio scorso.
Contestualmente all’incontro si svolgeva davanti all’ambasciata della Turchia a Washington una manifestazione di oppositori al regime di Ankara, tra i quali diversi curdi: da quanto si è appreso sostenitori di Erdogan hanno superato i cordoni di polizia ed hanno malmenato brutalmente i manifestanti, ferendone nove. Un portavoce della polizia ha riferito che due persone sono state fermate.
Fonti di Notizie Geopolitiche hanno riferito che in realtà ad assalire i manifestanti curdi vi sarebbero stati anche poliziotti in borghese della rappresentanza diplomatica turca, il tutto sotto gli occhi dei colleghi statunitensi.