Usa. “Trumpcare”, un mare di esclusi. Ma il voto slitta

di Gianluca Vivacqua

Obamacare addio, ma c’è ancora tempo. Nella prima lunga estate calda della sanità americana dell’era Trump si prospetta una drammatica “traversata nel deserto” per almeno ventidue milioni di persone, che rimarranno prive di assicurazione entro il 2026. La stima non proviene da un detrattore o da un odiatore del nuovo presidente, ma dalla CBO, l’Ufficio di bilancio del Congresso, che dal 1974 è un organo notoriamente bipartisan. E quindi al di sopra di ogni sospetto relativo ad analisi e proiezioni “passionali”: nel caso specifico, parliamo dei dati relativi alla nuova revisione della riforma sanitaria repubblicana, presentata ieri al Senato a firma del capogruppo Mitch McConnell. E poteva andare peggio, proprio così: le cifre, infatti, potevano essere oggettivamente peggiori, dal momento che, nella versione precedente, ad essere tagliate fuori dall’assicurazione, in un iter terribile da qui all’anno che vedrà gli Usa celebrare il centenario di Mickey Mouse, sarebbe stato un milione di persone in più, quindi ventitremila in totale. Si tratta comunque di scenari possibili, prevedibili, preventivabili, ma non ancora concretizzati da un voto. Sul piano decisionale, infatti, tutto viene rimandato a dopo la festa per la dichiarazione dell’Indipendenza, stante l’opposizione interna al partito repubblicano che ha fatto sì che l’ultimo tratto in discesa si trasformasse in un ulteriore chilometro in salita.
È cosa risaputa che Donald Trump sin dall’inizio, con alfieriana ostinazione, si è buttato a capofitto, come un ariete, nell’impresa di demolire l’edificio della riforma assicurativa assicurativo sanitaria realizzata dal suo predecessore. Ma è cosa altrettanto notoria che, sin dal suo insediamento alla Casa Bianca, il commander in chief, considerato in fondo un corpo estraneo in mezzo al partito dell’Elefante, non ha mai avuto con sé la totalità dei repubblicani: la spaccatura drammatica nel GOP è venuta fuori anche ieri, nella seduta in Campidoglio dedicata alla nuova versione della riforma. Un partito, due correnti di pensiero: da un lato, gli ultra-liberisti hanno lamentato la non sufficiente incisività della legge nel ripristinare l’egemonia del mercato nella materia rivoluzionata da Obama; dall’altro, i moderati non hanno nascosto le loro preoccupazioni per i possibili malumori di quella consistente fetta di cittadini a reddito medio-basso colpiti direttamente dalla riforma, anzi dalla contro-riforma.
Ma ora, a creare un nuovo esercito di diseredati e derelitti potrebbe essere quello stesso giorno che, molti secoli fa, regalò l’indipendenza agli americani, e a tutti riconobbe un uguale diritto alla Libertà, alla Felicità e alla Vita (includendo in quest’ultima, com’è ragionevole pensare, anche la Salute).