Afghanistan. Continua l’ondata di attentati a Kabul. Il presidente Ashraf Ghani accusa il Pakistan

di Guido Keller

Labul attentato grandeI numerosi attentati delle ultime ore stanno dando vita a tensioni fra l’Afghanistan e il Pakistan, al punto che il presidente afgano Ashraf Ghani ha affermato che “Speravamo per la pace ma stiamo ricevendo messaggi di guerra dal Pakistan”.
Fatto sta che la morte del mullah Omar, ormai de facto ufficializzata, e la nomina di Mohammad Akhtar Mansour alla guida dei talebani ha portato alla resa dei conti faide interne e dissapori mai sopiti, come pure all’entrata nello scenario dello Stato Islamico. Il mullah Mansur è accusato da più parti di aver preso il potere in modo repentino e di aver taciuto per mesi la morte del mullah Omar, dato per morto dai servizi segreti afgani già nel 2013.
L’ultimo attentato è avvenuto oggi presso un check-point nella zona dell’aeroporto della capitale, dove un’autobomba è esplosa uccidendo cinque persone e ferendone sedici; l’attacco è stato rivendicato dai talebani, i quali hanno precisato che obiettivo erano due blindati appartenenti a forze straniere, situati in un’area affollata. Lo scalo, già interessato settimana scorsa e comunque per l’ennesima volta da attentati, è stato temporaneamente chiuso.
Ieri un talebano kamikaze si è fatto esplodere a Khan Abad, nella provincia settentrionale di Kunduz, causando 29 vittime in maggioranza miliziani di gruppi armati tra i quali quattro capi e Abdul Qadir, uno dei leader delle forze di sicurezza locali.
Ammonta a 58 morti di cui molti bambini il bilancio complessivo degli attentati delle ore precedenti avvenuti a Kabul, rivendicati dal portavoce dei talebani Zabihullah Mujahid. Nell’attentato del 7 agosto condotto con un’autobomba sono rimaste uccise 7 persone e ferite quasi 200.
Ghani, ormai lasciato solo dagli alleati occidentali (nel paese sono rimasti 12mila uomini fra Nato e Usa) non ha dubbi: il Pakistan non fa abbastanza per colpire i talebani che vivono a cavallo fra le due nazioni. “Gli ultimi giorni – ha dichiarato in una conferenza stampa – hanno mostrato che i campi di addestramento per kamikaze e le strutture per la produzione di ordigni, che stanno uccidendo la nostra gente, sono attivi come prima in Pakistan”.
Il quadro mostra la realtà del fallimento di un’operazione a guida Usa partita nel 2001 e voluta per (almeno questa era la retorica) portare la pace e la democrazia nel paese mediorientale. E per dire no al burka, ma giusto ieri i talebani hanno impiccato in modo pubblico una donna accusata di adulterio nel villaggio di Teergaran, distretto di Warduj. Aveva 27 anni, madre di tre figli.