Afghanistan. I funzionari provinciali talebani discutono su come applicare il decreto sull’hijab

di Alberto Galvi

In Afghanistan, in una recente riunione di funzionari provinciali del ministero talebano per la Promozione delle virtù, si è discusso su come applicare il decreto sull’hijab. In Afghanistan quasi tutte le donne adulte indossano una qualche forma di hijab; in città molte si coprono solo i capelli, mentre il burqa avvolgente, tradizionale, permette alle donne di vedere solo attraverso una piccola grata. L’alternativa sarebbe il niqab, che copre il viso ma non gli occhi.
Nel nuovo decreto i talebani impongono a tutte le donne adulte di coprirsi tutto il corpo e il viso, con un’eccezione solo per gli occhi e le mani. Il decreto è il primo per questo regime in cui viene assegnata una pena per la violazione del codice di abbigliamento delle donne se escono scoperte.
I funzionari affermano che imporre l’osservanza non comporterà alcuna violenza contro le donne, bensì sanzioni, tra cui fino a tre giorni di reclusione per un membro maschio della sua famiglia. Se la donna infatti non rispetta la legge sull’abbigliamento, verranno perseguiti i parenti e i datori di lavoro, e se il suo parente lavora per il governo dovrà essere licenziato.
I talebani affermano che far rispettare l’hijab è un loro obbligo islamico, ma va detto che le regole sull’abbigliamento di genere sono ispirate dalle tradizioni rurali afghane. Negli ultimi venti anni le donne hanno ottenuto alcuni diritti tra cui istruzione, lavoro e vita pubblica, ma hanno ancora prevalso gli atteggiamenti profondamente conservatori e patriarcali. Le regole sull’abbigliamento da indossare non hanno basi nell’Islam, ma è piuttosto un codice di abbigliamento talebano progettato per reprimere le donne. La maggior parte dei leader talebani viene educata in seminari religiosi nelle zone rurali dell’Afghanistan e del Pakistan.
Nonostante il loro ritorno al potere lo scorso agosto, nessun paese ha finora riconosciuto il regime talebano, in gran parte a causa della negazione dei diritti fondamentali delle donne e del monopolio del potere politico da parte dei religiosi.
Il nuovo decreto è l’ultimo di una serie di leggi che limitano le libertà delle donne imposte da quando la scorsa estate i talebani hanno preso il potere in Afghanistan. Dopo la presa del potere avevano promesso una versione più soft del duro governo islamista al potere dal 1996 al 2001, anche se molte restrizioni erano già state imposte. La notizia del decreto è stata accolta con diffusa condanna e indignazione da donne e attiviste afghane.
Finora i paesi occidentali hanno imposto severe sanzioni finanziarie ai talebani, apparentemente per costringere il regime a rispettare i diritti delle donne e a formare un governo inclusivo, ma finora senza buoni risultati.