al-Zawahiri ci ripensa e ora chiede l’unità degli jihadisti in Siria

di Enrico Oliari –

al zawahiriE’ stato diffuso un video, risalente a febbraio, del leader di al-Qaeda, Ayman al-Zawahiri, il quale ha rivolto un appello all’unità dei combattenti jihadisti-qaedisti in Siria, specie ora che gli stessi si trovano a combattere sia contro l’esercito di Bashar al-Assad, sia contro gli insorti.
La cosa, giustificata forse dal nervosismo dovuto al fatto che ogni giorno gli stessi jihadisti perdono terreno in Siria, stupisce poiché era stato lo stesso al-Zawahiri un anno fa a disporre lo scioglimento dell’Isil (Stato islamico dell’Iraq e del Levante), che avrebbe dovuto operare solo in Iraq ma che è attivissimo in Siria, e a definire Jabat al-Nusra una “branca indipendente” della jihad globale in Siria, lasciando intendere che sfugge al suo controllo.
Entrambi i gruppi si sono riconosciuti in al-Qaeda e, come anche altri, sono composti per lo più da combattenti provenienti da fuori, in particolare dal Nordafrica e dalla Penisola Arabica, ma anche dalla Cecenia e dal Kazakistan; sono sostenuti finanziariamente dal Qatar e da principio erano alleati con gli insorti. Di recente hanno perso il controllo della strategica roccaforte di Yabroud (6 marzo) e dell’importantissima regione di Qalamoun, a ridosso del confine libanese, indispensabile per le forniture di armi e di nuovi combattenti che arrivano dai gruppi sunniti libanesi.
Nel suo intervento al-Zawahiri ha respinto l’accusa mossa dall’Isil di aver tradito la causa jihadista, sostenendo che il regime di Damasco si sarebbe infiltrato tra i combattenti per alimentare le divisioni.
Ha poi aggiunto che “Se vi ordino di combattere i vostri fratelli mujaheddin non mi obbedite, se vi comando di farvi saltare in aria in mezzo ai vostri fratelli mujaheddin non mi obbedite”.
Infine ha ribadito che “Il nostro metodo consiste nel concentrarsi su America, i suoi alleati crociati, i sionisti e i loro agenti traditori e di incitare l’Ummah (comunità musulmana) a unirsi alla jihad contro di loro, mettendo da parte le divergenze. Dobbiamo evitare operazioni che potrebbero versare il sangue della parte sbagliata”.