Algeria. Caso Khalil: la moglie scrive al neo presidente

di Belkassem Yassine

La moglie e i figli di Ahmed Khalil, rapito nel 2009 ad Algeri mentre portava avanti un’inchiesta sulla morte di circa 160 saharawi nei campi di Tindouf tra il 1980 e il 1990, non si arrendono e continuano a chiedere di conoscere le sorti del proprio congiunto.
Grazie ad una loro denuncia il Gruppo di Lavoro delle Nazioni Unite sulla Detenzione Arbitraria (GTDA/ONU) aveva imposto all’Algeria di dare informazioni sulla scomparsa di Khalil, ma l’ex presidente Abdelaziz Bouteflika si era rifiutato di collaborare. I parenti si sono rivolti oggi con una missiva al neo presidente algerino Abdelmajid Tebboun, nella quuale viene chiesto un intervento volto a liberare Ahmed Khalil dalla prigionia nel caso fosse ancora vivo, di dare informazioni sulla sua sorte e di rivelare il luogo della sua detenzione e i motivi del suo arresto.