Alma Shalabayeva in Italia. Ma chi è il marito Mukhtar Ablyazov?

di Enrico Oliari –

Ablyazov mukhtarAlma Shalabayeva, moglie del dissidente kazako Mukhtar Ablyazov, è giunta a Roma con la figlia Alua dopo il pagamento di una cauzione alle autorità del suo paese, dove era stata rimpatriata in un mare di polemiche lo scorso 31 maggio, in quanto in possesso di documenti falsi.
Ma sono state proprio le modalità con cui la donna è stata costretta a tornare in patria a lasciare di stucco: per prelevarla dalla casa romana è stato indetto un blitz con 50 agenti e con la collaborazione dell’ambasciatore Andrian Yelemessov, cosa che è apparsa un abuso compiuto in terra straniera. L’Italia, va detto, ha importanti interessi in Kazakistan: sono infatti in essere contratti del valore di decine di miliari che investono diversi rami, dalle costruzioni con la Todini, al petrolio, con la Eni che partecipa con quasi il 20% ad una offshore per la perforazione ed l’estrazione un’area di 4600 chilometri quadrati nel nord del Mar Caspio, e poi ancora Finmeccanica, con le sue forniture militari e civili. E si potrebbe continuare a lungo: con la crisi libica, se non fosse stato per l’energia proveniente dalle ex repubbliche sovietiche, l’Italia sarebbe rimasta al buio.
L’arrivo in Italia della Shalabayeva può essere considerato un’operazione ben riuscita del ministro degli Esteri Emma Bonino.
Ma chi è in realtà Mukhtar Ablyazov? Si tratta di un imprenditore e politico, oppositore del dittatore Nursultan Nazarbaev, in carica dal 24 aprile 1990, quando ancora il suo paese era una delle nazioni che componevano l’Unione Sovietica.
Ablyazov, che si trova a Londra, ma che è stato visto anche in Italia, è un ex banchiere e politico, oggetto di investigazioni da parte dell’Alta corte del Regno Unito per l’accusa di essersi appropriato indebitamente, tra il 2005 e il 2009, di 3,7 miliardi di dollari dalla BTA Bank.
Già nel 2002, quando era ministro, Ablyazov è stato dichiarato colpevole di abuso di potere e condannato a sei anni di prigione, ma molti osservatori internazionali, tra cui il Parlamento europeo e Amnesty International, hanno definito le accuse nei suoi confronti come politicamente motivate; in carcere è stato oggetto di violenze e persino di torture, ma dopo dieci mesi di reclusione è stato liberato grazie al forte movimento internazionale che si è schierato in suo sostegno; in cambio della liberazione, Ablyazov ha promesso a Nazarbaev che non si sarebbe più occupato di politica.
Nel 2003 si è spostato a Mosca per ricostruire i propri rapporti d’affari e nel 2005 è diventato presidente del consiglio di amministrazione della BTA Bank.
Con le risorse raccolte dirottando capitali, ha finanziato gruppi di opposizione e mass media indipendenti del Kazakistan, tradendo così la sua promessa di lasciar perdere la politica.
Va detto anche che i crediti offerti dalla BTA Bank non erano controbilanciati dai depostiti, per cui la banca si è trovata con crediti insoluti del 1100% in pochi anni; dalla Russia è stato emesso un mandato di cattura nei suoi confronti, in quanto imputato di reati finanziari, compresa una frode da 5 miliardi di dollari.
Nel 2011 Ablyazov ha ottenuto il permesso di rifugiato politico in Gran Bretagna, ma, dal momento che era stata emessa una richiesta di estradizione da parte del Kazakistan, il governo di Nazarbayev ha fatto sapere a Londra che i contratti delle ditte britanniche nel suo paese sarebbero stati assegnati a ditte cinesi.