Argentina. Le fasi della quarantena decise dal presidente Alberto Fernández

di Alberto Galvi

L’Argentina è stato uno dei primi paesi dell’America latina ad entrare in una quarantena obbligatoria per sconfiggere il Covid-19. Il presidente Alberto Fernández aveva emesso il 19 marzo scorso un decreto che vietava a tutti i cittadini di lasciare la propria casa, ad eccezione di uscire per comprare cibo o medicine, fino al 31 marzo.
Le autorità argentine avevano annunciato il 29 marzo l’estensione della quarantena per l’intero paese fino al 12 aprile. L’8 maggio, le autorità hanno annunciato una proroga della quarantena per la regione metropolitana di Buenos Aires dall’11 maggio fino al 24 maggio. L’area maggiormente interessata dal prolungato periodo di quarantena comprende infatti l’agglomerato urbano della città autonoma di Buenos Aires e i 24 distretti adiacenti nella provincia della capitale.
L’estensione della quarantena è servita a proteggere la popolazione, prevenendo l’ulteriore diffusione del Covid-19. Le restrizioni ai viaggi e alla circolazione delle persone hanno però avuto un impatto considerevole sull’economia e sulla società argentina.
Questa estensione è però considerata estremamente necessaria e nell’interesse della protezione della salute e della sicurezza pubblica.
Nei giorni scorsi il presidente Alberto Fernández ha confermato nell’ultima conferenza stampa che l’AMBA (Área Metropolitana de Buenos Aires) e delle aree specifiche delle province di Chaco, Córdoba, Río Negro e Chubut continueranno a essere nella fase 3 della quarantena.
Il resto del paese avanzerà alla fase 4 fino al 28 giugno per poi passare ad una nuova normalità che diventerà l’ultima fase della quarantena cioè la numero 5.
Fernández ha anticipato che nei luoghi in cui la quarantena sarà allentata, potranno esserci riunioni di non più di 10 persone, siano esse eventi pubblici o privati, si dovrà mantenere una distanza di due metri e non si potrà superare il 50% della capacità dei luoghi stessi.
L’isolamento sociale, preventivo e obbligatorio implica invece che ogni persona dovrà rimanere a casa e che potrà solo uscire per effettuare acquisti essenziali, o svolgere lavori appositamente autorizzati.
Il resto del Paese entrerà in una fase in cui tutte le province e le città consone dovranno avere un sistema sanitario adeguato. Inoltre le persone potranno spostarsi, lavorare e svolgere le proprie attività purché rimangano sempre a 2 metri di distanza l’una dall’altra.
Inoltre continuerà ad essere proibito l’ingresso di stranieri nel paese. Nel frattempo, coloro che ritornano nel paese, quelli con sintomi devono mettersi in quarantena e, se confermati, anche i loro contatti stretti.
Se i casi aumenteranno in modo significativo l’Argentina dovrà tornare indietro con le restrizioni anche se non possiamo sapere quanti casi ci saranno in futuro e neppure quanto sarà in grado di sopravvivere al disastro economico a cui questa pandemia lo porterà.
Quando ha assunto la presidenza nel dicembre 2019, Fernández ha ereditato un paese che era già in recessione da due anni, a causa di una svalutazione debilitante che ha alimentato uno dei tassi di inflazione più alti del mondo.