Australia. Immigrati costretti dai loro paesi d’origine a fare le spie

di Giuseppe Gagliano

Lo spionaggio straniero si sta consolidando in Australia a un ritmo maggiore rispetto al passato. Infatti l’interferenza di governi stranieri in Australia ha raggiunto livelli molto alti per via della forte immigrazione, ed in particolare l’Australian Security Intelligence Organization (ASIO) ha sottolineato che il Ruanda ha un’ampia rete di spie che fra l’altro contribuisce a reprime il dissenso politico nelle comunità di rifugiati nel Queensland.
Gli analisti di intelligence affermano che l’opinione pubblica non comprende appieno l’entità della minaccia o la facilità con cui migranti e rifugiati possono essere reclutati come spie, spesso contro la loro volontà.
Un portavoce dell’Australian Security Intelligence Organization (ASIO) ha affermato che le interferenze e lo spionaggio stranieri si stanno verificando su una scala senza precedenti ma ha rifiutato di dettagliare le tattiche utilizzate per reclutare rifugiati e migranti. Non è certo una novità che molti paesi hanno una comprovata esperienza nel tentativo di utilizzare i loro cittadini che vivono in Australia per influenzare a loro favore le decisioni prese da agenzie governative, società e istituti di istruzione, e difatti i rifugiati che fuggono spesso hanno legami familiari con il loro paese di origine, individui usati per fare pressione.
Accanto al Ruanda i paesi che hanno posto in essere operazioni di spionaggio sono la Cina, l’Arabia Saudita, l’Iran, la Siria, la Corea del Nord e la Malesia: in diversi casi il governo australiano ha usato i canali diplomatici per manifestare la sua preoccupazione e tentare di fermare le intimidazioni, dal momento che vi è la realtà di centinaia di “cooperanti”, attivi in Australia, sottoposti a ricatto, minaccia e quant’altro dalle autorità del loro paese d’origine e quindi costretti a compiere operazioni di spionaggio.
Una volta reclutati, agli immigrati può essere chiesto di fare qualsiasi cosa, dalla raccolta di informazioni ad azioni illegali che danneggiano la sicurezza nazionale australiana, pena l’impossibilità di rientrare nel paese d’origine, anche in modo temporaneo per rivedere le loro famiglie.