Austria. Brennero: marcia indietro di Vienna, era solo uno spot elettorale

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L’Austria ha fatto marcia indietro sul proposito di inviare militari al Brennero per contrastare il flusso dei migranti, dopo che due giorni fa il ministro dell’Interno Hans Peter Doskozil aveva parlato di 750 soldati e di 4 blindati da dislocare al valico.
Il premier italiano Paolo Gentiloni aveva da subito commentato che l’eventuale iniziativa austriaca avrebbe rappresentato “un fatto molto grave. Negativo per l’economia e brutto segnale per l’Europa”, ma già ieri sera il cancelliere Christian Kern ha informato che “Al momento l’Austria non eseguirà alcun controllo ai confini del Brennero e non sta per ricorrere all’impiego dell’esercito”.
Gentiloni e Kern si sono sentiti al telefono ed il premier italiano ha ricordato che già “La collaborazione tra le forze di polizia produce ottimi frutti e si basa sul rispetto da entrambe le parti delle regole europee, senza alcun bisogno di truppe o mezzi militari da schierare alla frontiera”. Difatti sui treni che sono diretti in Austria e Germania già a Trento salgono équipe formate da poliziotti italiani, austriaci e tedeschi, per cui il passaggio di migranti ha cifre pressoché irrisorie.
Al di là delle affermazioni del governatore del Tirolo Guenther Platter, secondo cui “Occorre dare segnali inequivocabili nei confronti dell’Italia e dei profughi, che al Brennero non è possibile transitare”, l’annuncio di Doskozil sa molto di campagna elettorale in vista delle elezioni anticipate del 15 ottobre, dopo che è saltato il governo di unità nazionale formato da socialdemocratici e popolari.