Bielorussia. Si moltiplicano gli scioperi contro Lukashenko. L’Ue pensa a nuove sanzioni

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Nella Bielorussia di Alexander Lukashenko, la cui sesta elezione alla presidenza si è tradotta per il risultato discutibile in un’ondata di proteste con violenze ed almeno tre vittime, si moltiplicano gli scioperi nelle aziende, dove stanno nascendo comitati spontanei che rifiutano gli inviti dei datori di lavoro a mettere per iscritto le loro istanze e a continuare la produzione. Sciopero anche dei dipendenti della Belteleradiocompany, azienda che riunisce le televisioni e le radio di Stato, i quali per alcuni minuti hanno trasmesso un divano vuoto in segno di solidarietà a chi protesta. Lukashenko è intervenuto oggi ad un comizio presso una storica fabbrica di trattori della capitale Minsk, ma diversi lavoratori gli hanno urlato “vattene!”, “dimettiti!”.
Il presidente, che ha dalla sua il collega russo Vladimir Putin, si è detto disponibile ad alcune riforme costituzionali ma non basate sulla protesta della piazza, ed ha ribadito che nuove elezioni “sono fuori questione”.
Dalla Germania, presidente di turno dell’Ue, è stato fatto sapere attraverso il portavoce del ministero degli Esteri, Steffen Seibert, che si stanno valutando nuove sanzioni nei confronti della Bielorussia per l’ondata repressiva e per le migliaia di arresti e soprusi, mentre per mercoledì il presidente del Consiglio europeo Charles Michel ha indetto un vertice straordinario per discutere di quanto sta accadendo in Bielorissia. “I bielorussi – ha twittato Michael – hanno il diritto di decidere del loro futuro ed eleggere liberamente il loro leader. Le violenze contro i manifestanti sono inaccettabili e non possono essere autorizzate.
Il ministro degli Esteri britannico Dominic Raab ha scritto sullo stesso social che “La violenza contro manifestanti pacifici in Bielorussia è terribile. Il Regno Unito non accetta i risultati di elezioni fraudolente e chiede un’indagine urgente dell’Osce sulle gravi irregolarità e la repressione che ne è seguita”.