Bolivia. L’ex presidente Jeanine Áñez è stata condannata a 10 anni di carcere

di Alberto Galvi

L’ex presidente boliviana Jeanine Áñez è stata condannata a 10 anni di carcere con l’accusa di aver violato le norme che garantiscono l’ordine costituzionale e democratico in occasione delle elezioni presidenziali del 2019. La Áñez sostiene di essere innocente e farà appello agli organismi internazionali per chiedere giustizia. Intanto diversi settori dell’opposizione hanno pianificato marce per protestare contro la sentenza, giudicata come pilotata.
La Áñez è arrivata alla presidenza per organizzare nuove elezioni dopo le dimissioni di Morales che ha governato il paese andino dal 2006 fino al 2019, nel mezzo di massicce proteste per presunte frodi elettorali denunciate dall’OAS (Organizzazione degli Stati americani). Dopo che tutti coloro che dovevano succedere a Morales si sono dimessi, la Corte costituzionale ha approvato la procedura con cui la Áñez ha raggiunto la presidenza.
Alla politica nazionale boliviana la Áñez si è avvicinata nel 2006, quando è stata eletta nell’Assemblea Costituente, con cui ha approvato la Costituzione in vigore dal 2009. Una volta approvata la Costituzione, la Áñez è stata eletta senatrice. Nel suo secondo mandato, iniziato nel 2015, si è distinta per il rifiuto di un possibile quarto mandato per Morales.
La Corte di giustizia ha anche condannato l’ex comandante delle forze armate William Kalimán e l’ex capo della polizia Yuri Calderón, entrambi latitanti, a 10 anni per gli stessi crimini. Altri quattro ex capi militari hanno ricevuto condanne minori.
La società boliviana si è spaccata sul fatto che si sia verificato un colpo di Stato quando l’allora presidente Evo Morales si era dimesso nel 2019, con la Áñez che era salita alla presidenza in mezzo a un vuoto di leadership. Il caso controverso ha ulteriormente messo in luce le linee di frattura del paese, e sono cresciute le preoccupazioni per l’impianto giudiziario della Bolivia.
La Áñez non è stata autorizzata ad assistere di persona al processo, ed ha seguito le udienze dal carcere. E’ detenuta anche con l’accusa di terrorismo, sedizione e cospirazione.
I membri e i sostenitori del partito MAS (Movimento per il socialismo) affermano che la Áñez ha svolto un ruolo chiave in quello che ritengono essere stato un golpe contro Morales, il primo presidente indigeno della Bolivia.