BRASILE. Chiusa la parentesi Eldorado: S&P declassa da BBB a BBB-

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brasileL’agenzia di rating statunitense Standard & Poor’s (S&P) ha declassato il Brasile, la sua economia e il suo debito sovrano, da BBB a BBB-, con outlook stabile: per quanto non si tratti proprio di una doccia fredda, sembra essersi conclusa la parentesi che fino a poco fa mostrava il paese come un nuovo Eldorado, dall’economia in constante e veloce crescita.
A frenare il Brasile di Dilma Rousseff sono le riforme fiscali giudicate insufficienti e l’inadeguata crescita prevista per i prossimi anni. La classe politica inoltre non prenderebbe, a causa dell’avvicinarsi delle elezioni, misure ritenute impopolari, mentre peggiora la bilancia dei pagamenti.
Nella nota dell’agenzia di rating si legge che “La debole crescita del Brasile è la conseguenza di fattori sia strutturali sia ciclici, tra cui gli scarsi investimenti rispetto al Pil, e una creazione più lenta di posti di lavoro; tutti elementi che combinati riducono i già scarsi margini di manovra del Governo, di fronte alle turbolenze esterne”.
A causa della crescita insufficiente il paese difficilmente rispetterà l’obiettivo finanziario di un avanzo primario non inferiore a un 1,9 per cento del prodotto interno lordo: secondo S&P, quest’anno il Brasile crescerà dunque solo dell’1,8 per cento, per poi raggiungere il 2,0 nel 2015.
Unica nota positiva del rapporto è il “il generalizzato impegno per le politiche di stabilizzazione finanziaria, e il suo tessuto produttivo, grande e variegato”.
Brasilia non ci sta e (come da prassi) giudica “infondato” e “contraddittorio” il giudizio dell’agenzia, anche perché, viene riportato dal Ministério da Fazenda, dall’inizio della crisi il Pil del Brasile è cresciuto del 17,8 per cento, “uno dei maggiori tassi accumulati di crescita tra i Paesi del G-20”.