Brasile. Lula ha firmato un decreto per contrastare l’accesso dei civili alle armi

di Alberto Galvi

Il presidente del Brasile Lula ha firmato un decreto che inasprisce le restrizioni all’accesso dei civili alle armi, una mossa volta a invertire le politiche a favore delle armi del suo predecessore Jair Bolsonaro. Il decreto riduce da quattro a due il numero di armi che i civili possono detenere per la sicurezza personale, le munizioni consentite per ogni arma passano da 200 a 50 ed è stata introdotta una specifica documentazione per provare la necessità di possedere armi. Inoltre il decreto vieta ai civili di detenere pistole da 9 mm, limitandole a membri della polizia e dell’esercito.
Durante la sua presidenza dal 2019 al 2022, Bolsonaro ha allentato le regole sul possesso di armi e munizioni. Sebbene nella costituzione brasiliana non ci sia il diritto di detenere armi, le stime del numero di armi in mano ai civili sono più che triplicate arrivando a 2,9 milioni in un paese di 214 milioni di persone. Nonostante l’aumento delle armi, il tasso di omicidi in Brasile è rimasto stabile durante il mandato di Bolsonaro.
Il governo di Lula sta incoraggiando i cittadini a vendere le armi da fuoco che non sono consentite dalle nuove regole prima della fine dell’anno, altrimenti rischiano il sequestro da parte della polizia federale. Restrizioni sono previste anche per poligoni di tiro, che proliferavano durante il governo di Bolsonaro. La nuova politica di Lula cambia anche la durata del porto d’armi, a seconda del titolare.
Le nuove regole consolidano anche lo status della Polizia federale come custode ufficiale sulle armi, mettendo da parte i militari, che in precedenza ricoprivano quel ruolo. A maggio il ministro della Giustizia di Lula aveva imposto ai cittadini un termine per la registrazione legale delle armi da fuoco presso la polizia federale. Ciò in precedenza era tipicamente svolto dai militari, ma a causa della tendenza di molti dei loro membri a sostenere Bolsonaro, il nuovo governo Lula ha messo in dubbio l’affidabilità delle forze armate nello svolgimento di tale funzione.