Brasile. Lula segue con preoccupazione gli ultimi sviluppi della disputa territoriale tra Venezuela e Guyana

di Alberto Galvi

Il Brasile segue con preoccupazione gli sviluppi della disputa territoriale tra Venezuela e Guyana, con Caracas che ha lanciato un’importante esercitazione militare vicino alla regione contesa e ricca di petrolio di Essequibo.
In mezzo alle crescenti tensioni anche una nave da guerra britannica, la HMS Trent, è arrivata in Guyana per esercitazioni di difesa in mare aperto, difronte alla sua ex colonia. La presenza dell’HMS Trent tuttavia ha portato il Venezuela ad iniziare le esercitazioni militari che hanno coinvolto 5mila soldati nei Caraibi orientali, vicino al confine con la Guyana. Maduro ha accusato la Guyana di tradire lo spirito della Dichiarazione di Argyle: il Venezuela rivendica da decenni Essequibo, sostenendo che il fiume Essequibo a est della regione costituisce un confine naturale ed è stato storicamente riconosciuto come tale. Il governo del presidente Nicolás Maduro ha anche tenuto un controverso referendum il 3 dicembre, e da allora ha avviato manovre legali per creare una provincia venezuelana a Essequibo e ha ordinato alla compagnia petrolifera statale di rilasciare licenze per l’estrazione del greggio nella regione.
Le crescenti tensioni hanno fatto temere un potenziale conflitto su un’area remota di 62mila miglia quadrate. Tuttavia la Guyana, di cui Essequibo costituisce più di due terzi e ospita 125mila dei suoi 800mila cittadini, amministra il territorio da quando le frontiere furono determinate da un collegio arbitrale nel 1899.
Il presidente del Brasile Luiz Inácio Lula da Silva è emerso come una sorta di mediatore di pace, determinato a evitare che l’attuale guerra di parole sulla regione contesa di Essequibo si trasformi in qualcosa di più mortale.
Il Brasile invita entrambi i paesi a rimanere fedeli alla Dichiarazione di Argyle, un accordo firmato da Guyana e Venezuela due settimane fa, quando Maduro e il presidente della Guyana Irfaan Ali si sono incontrati nei Caraibi promettendo di non ricorrere alla forza per risolvere la controversia.