Brexit. Dalla regina a Johnson: fiducia per l’uscita al 31 ottobre

di Elisabetta Corsi

Il tradizionale discorso della regina di apertura dei lavori parlamentari ha messo in campo politiche ambiziose per il Governo riguardo il crimine, la salute, l’ambiente e anche la Brexit. Se per i partiti all’opposizione è apparso come un vero e proprio manifesto elettorale, va detto che il premier non ha oggi una maggioranza, per cui molti di questi provvedimenti non diventeranno legge. Tanto più che sarebbero già pronte richieste di nuove elezioni. Per Johnson i suoi piani rappresentano una nuova opportunità per il paese, mentre per l’opposizione, in testa il laburista Jeremy Corbyn, è solo tutta propaganda e niente più.
Il discorso della regina può essere discusso in aula per cinque giorni, per cui i parlamentari avranno il tempo necessario per palesare le loro perplessità.
Nonostante l’incertezza della Brexit, il governo ha annunciato di tenere un bilancio per il prossimo 6 novembre, e che l’obiettivo attuale è quello di ottenere un accordo di uscita dall’Ue per il 31 ottobre: nel caso di esito positivo verrà presentato un disegno di legge sull’accordo di recesso da far passare in Parlamento prima della scadenza di Halloween. Boris Johnson ha dichiarato che il governo si è focalizzato sul cogliere le opportunità che la Brexit presenta.
A tal proposito nel discorso della regina sono stati enunciati 26 disegni di legge tra cui: sette atti legislativi che riguardano la Brexit, tra cui misure per stabilire nuovi quadri normativi per la pesca, l’agricoltura, il commercio e i servizi finanziari, e un disegno di legge per porre fine alla libertà di movimento e introdurre un sistema di immigrazione a punti a partire dal 2021. Sette disegni di legge sulla giustizia penale, tra cui misure che aumenteranno le pene per circa 3mila criminali gravi o violenti, ponendo fine al rilascio automatico a metà strada, sanzioni più severe per i trasgressori stranieri che cercano di tornare nel Regno Unito dopo essere stati espulsi, e una maggiore protezione per i poliziotti.
Piani per un nuovo organismo indipendente dal Servizio Sanitario Nazionale allo scopo di indagare su “gravi incidenti sanitari” e l’impegno ad aggiornare il Mental Health Act per ridurre il numero di detenzioni.
Vi è anche un disegno di legge sull’ambiente per fissare obiettivi di miglioramento giuridicamente vincolante per ridurre le materie plastiche, ridurre l’inquinamento atmosferico, ripristinare la biodiversità e migliorare la qualità dell’acqua, e un disegno di legge separato per il benessere degli animali per vietare la caccia ai trofei.
Verranno presentate anche proposte di riforma delle leggi sul divorzio per ridurre al minimo l’impatto della disgregazione familiare sui bambini, e cambiamenti nel diritto del lavoro per richiedere ai ristoranti e ai caffè di dare al personale in attesa “le mance” loro dovute. Un impegno anche a riformare l’assistenza sociale agli adulti in Inghilterra.
Si pensa anche a nuove misure per evitare le frodi elettorali, tra cui l’obbligo di esibire un documento d’identità approvato prima di votare alle elezioni generali e locali. Si propone di riorganizzare il sistema di franchising ferroviario per migliorarne il servizio, ridurre la frammentazione e introdurre una maggiore distanza tra i ministri e la gestione quotidiana della rete.
Johnson ha dichiarato che il programma dimostra che la Brexit non è il limite delle ambizioni del governo e ha detto ai Comuni che “Al centro di questo discorso c’è un programma ambizioso per unire questo paese con l’energia, l’ottimismo e con il senso comune di base del conservatorismo di una sola nazione”. Dal canto suo Corbyn ha rilanciato che quella di Johnson è tutta una farsa in quanto, sapendo di non avere la maggioranza, ha presentato un piano legislativo che non potrà essere presentato in Parlamento.
Il vero problema rimane la Brexit, anche se la Regina ha detto che è la priorità del governo e che si uscirà dall’Ue il 31 ottobre.
Un discorso della regina che è sembrato irreale, come se Johnson entro questa settimana potesse ottenere un accordo con Bruxelles, lo facesse passare subito in Parlamento e riuscire ad approvare tutta la legislazione in materia di Brexit. Con la conseguente possibilità di ottenere le elezioni generali, come lui desidera, nelle prossime settimane ed ottenere poi la sospirata maggioranza.
D’altronde Johnson continua a sostenere di vedere la possibilità concreta di un accordo prima del 31 ottobre, tutto nelll’interesse del paese. Lo stesso entusiasmo non si può vedere dalla Commissione europea, per la quale c’è ancora molto lavoro da fare. In ogni caso continuano le discussioni tra Regno Unito e Bruxelles, per uno stato che non vuole diventare vassallo dell’Ue. Il Parlamento si dovrebbe riunire sabato per votare sul piano che Johnson è riuscito a ottenere.