Brexit. Johnson chiede alla regina la sospensione del Parlamento. E lei lo accontenta

di Elisabetta Corsi

In questi anni di discussione sulla Brexit si è visto di tutto, ma mai ci si sarebbe aspettati il colpo di scena avvenuto oggi: il vulcanico premier britannico Boris Johnson ha chiesto alla regina, capo dello Stato, nientemeno che la sospensione per 23 giorni del Parlamento. E la regina lo ha accontentato. L’inusuale iniziativa prevede sostanzialmente il prolungamento delle ferie dei parlamentari di tre settimane, a questo punto “forzate”, i quali rientreranno a lavoro a metà ottobre. La cosa di fatto monca il dibattito sulla Brexit che, lo ricordiamo, ha per scadenza il 31 ottobre.
Nel disegno di Johnson il discorso della Regina avverrà così dopo la sospensione cioè il 14 ottobre, per delineare la sua agenda “veramente eccitante”, come l’ha definita. La cosa ha come conseguenza la mancata approvazione della legge per bloccare un’uscita senza accordo dall’Ue, dal momento che con il Parlamento sospeso non vi possono essere dibattiti ne’ voti, ed ogni iniziativa parlamentare viene di fatto stroncata.
La decisione presa del premier è stata definita dallo speaker della Camera dei Comuni come un oltraggio alla Costituzione. Non solito a dichiarazioni di carattere politico, ha anche aggiunto che “Lo scopo di sospendere il Parlamento è quello di fermare i parlamentari che discutono di Brexit e che svolgono il loro dovere nel definire un percorso per il paese”.
Il premier invece ha giustificato il suo gesto non con la volontà di voler forzare la linea del No Deal, cioè dell’uscita senza accordo, bensì con il fatto che “non vogliamo aspettare fino a dopo la Brexit per realizzare i nostri piani. Dobbiamo portare avanti questo paese, e il suo nuovo governo ha oggi un’agenda eccitante per rendere sicure le nostre strade, è veramente importante eliminare il crimine violento. Noi abbiamo bisogno di investire nel nostro meraviglioso Servizio sanitario nazionale, noi abbiamo bisogno di ravvivare i fondi per l’istruzione in tutto il paese, abbiamo necessità di investimenti nelle infrastrutture che porteranno avanti il paese per decenni e abbiamo bisogno di affrontare il costo della vita, muovendosi verso un aumento dei salari e un’alta produttività economica: questo penso sia quello che il paese deve essere. E per fare questo abbiamo bisogno di una nuova legislazione ed avremo un discorso della regina, che sarà il 14 ottobre”.
L’inaspettata operazione di Johnson ha costretto l’opposizione ad una riunione d’emergenza nel tentativo di bloccare un possibile No Deal attraverso il processo parlamentare. Per la premier scozzese, Nicola Sturgeon il piano del premier va fermato entro la prossima settimana, oppure “sarà un giorno buio per la democrazia del Regno Unito”. Ma poi, come si è visto, la regina non ha perso tempo ed in modo repentino ha avallato il progetto di Johnson.
Sono diverse le voci del mondo politico inglese che si sono levate nel condannare il proposito di Johnson, bollandolo come incostituzionale e come un vero e proprio attacco alla democrazia, pericoloso e inaccettabile. Fino ad arrivare a considerare questi gesti come degni di un dittatore: tra coloro che sono ricorsi a tale affermazione è il conservatore Dominic Grieve, il quale ha dichiarato al programma BBC Radio 5 Live che “Se il primo ministro persiste con questo e non fa un passo indietro, penso che vi sarà la probabilità che l’amministrazione collassi”.