Brexit. Times pubblica documento riservato, ‘governo senza strategia’

di Notizie Geopolitiche – 

May theresaVerserebbe in una situazione di completo caos il governo britannico post-Brexit, a rivelarlo è quanto scritto in un documento riservato pubblicato oggi dal quotidiano londinese The Times, una circolare interministeriale nella quale ci si lamenta della poca concertazione tra i vari dicasteri nella gestione della questione dell’uscita della Gran Bretagna dall’Unione Europea.
Tra i nodi principali ci sarebbero infatti l’enorme mole di lavoro richiesto dalla procedura, la quale porterà probabilmente all’assunzione di altri 30.000 dipendenti, le diverse posizioni assunte dai diversi membri del governo, alcuni più favorevoli al dialogo con Bruxelles e altri, come il ministro degli Esteri Boris Johnson, avviati verso una rottura radicale con il passato mentre, si sottolinea, un’ulteriore fonte di attrito è costituita dalla tendenza della premier, Theresa May, a dirimere autonomamente questioni di importanza fondamentale, che richiederebbero invece un’azione concertata.
Questa situazione, sempre secondo quanto riportato dal Times, ha posto in una condizione di forza le organizzazioni di rappresentanza degli industriali e le grandi società private, che dopo lo shock costituito dal rischio dell’uscita del Regno Unito dal mercato comune europeo, con i conseguenti danni economici, hanno ora il coltello dalla parte del manico e possono di fatto ricattare un governo debole, con la minaccia di lasciare il paese, strappando concessioni e privilegi per il futuro.
La decisione di Londra di abbandonare l’Unione Europea, seguita al referendum tenutosi il 23 giugno scorso, ha gettato il paese in una situazione di incertezza politica ed economica, con un crollo del valore della sterlina di quasi 15 punti percentuali ed un declassamento del debito da parte di tutte le agenzie di rating.
Queste condizioni hanno portato aziende e banche, operanti sul suolo britannico, a rendere operativi piani, già preparati in precedenza, di trasferimento delle proprie attività verso altri paesi europei; il Cancelliere dello Scacchiere, Philip Hammond, aveva infatti già avvertito il popolo ed il governo che la Brexit sarebbe costata 3.6 punti percentuali di Pil ed oltre mezzo milione di posti di lavoro.