Brexit. Tutti bocciati i piani alternativi proposti alla Camera dei Comuni

di Elisabetta Corsi

Quattro le mozioni presentate come alternative al piano May e nessuna delle quattro riesce a ottenere la maggioranza alla Camera dei Comuni. sconfitti quindi anche i possibili piani “B”. Le mozioni oggetto di voto erano la “C”, che prevedeva la negoziazione di una unione doganale permanente con l’Unione Europea proposta dal cancelliere Tory, Ken Clarke, la quale non approvata per 276 voti contro 273 favorevoli; la mozione “D”, che proponeva un mercato unico aderendo all’Associazione europea di libero scambio e all’area economica europea, la cosiddetta opzione norvegese proposta da Nick Boles, anche lui esponente Tory, persa per 282 voti su 261 voti a favore; la mozione “E”, di un nuovo referendum volto a dare alle persone la possibilità di scegliere qualsiasi tipo di accordo per la Brexit prima di essere votato in Parlamento e approvato, proposta dei laburisti Peter Kyle e Phil Wilson e perso per 292 voti contro 280 a favore; e infine la mozione “G”, per salvaguardare il Regno Unito da un’uscita senza accordo, incluso un voto che avrebbe portato alla revoca dell’art 50 fermando così la Brexit, in caso l’Unione Europea non sia d’accordo con un rinvio, presentata da Joanna Cherry, non approvata per 292 voti contro 191 favorevoli. Nick Boles a seguito della non approvazione della sua mozione si è dimesso dal Partito Conservatore dichiarando di non potervi rimanere e aggiungendo di aver fatto di tutto per trovare un compromesso.
La proposta che non è passata per soli 3 voti è quella dell’unione doganale, mentre quella che ha ricevuto più voti a favore riguardava la possibilità di un nuovo referendum, che ha ottenuto 280 voti ma perdendo con un margine di 12 voti. E’ bene precisare come siano “voti indicativi” cioè emendamenti proposti in sostituzione o come integrazione al piano May ma non vincolanti per il governo, che può decidere di accettarli o meno.
Il segretario per la Brexit, Stephen Barclay, ha commentato secondo quanto riferito dalla BBC che l’unica opzione è trovare un modo che permetta al Regno Unito di uscire dall’Unione Europea con un piano. Secondo le sue dichiarazioni il governo continua a credere che il modo migliore di agire sia quello di farlo al più presto e che se il parlamento approverà un accordo entro questa settimana sarà possibile evitare il voto per le elezioni europee. In poche parole ha lanciato un appello per un quarto voto entro questa settimana del piano May, che il primo ministro spera di ottenere prima di arrendersi del tutto.
Ancora una volta torna a farsi sentire Jeremy Corbyn, il leader laburista che si è detto deluso del fatto che nessuna proposta ha ottenuto la maggioranza, ma ha ricordato ai Comuni che l’accordo della May è stato respinto a grande maggioranza. Per questo motivo ha commentato che “Se è stato possibile per la premier avere tre possibilità per il suo accordo, suggerisco che anche la Camera abbia un’altra chance di riconsiderare le opzioni che aveva di fronte; in questo modo l’assemblea può riuscire dove il premier ha fallito nel presentare un rapporto economico credibile con l’Europa”.
Al momento Theresa May ha tempo fino al 12 aprile per chiedere un’estensione più lunga all’Unione Europea, prendere una decisione diversa oppure decidere di lasciare l’Unione Europea in modo definitivo, senza accordo.