Brexit. Via libera dei leader Ue all’accordo di May. Ma ora lo scoglio è Westminster

di Enrico Oliari

I 27 leader dell’Unione Europea (per l’Italia presente il premier Giuseppe Conte) hanno dato il via libera all’accordo sulla Brexit messo insieme con tanta fatica dalla britannica Theresa May. Accordo che dovrà ora essere sottoposto al voto del Parlamento europeo e di quello britannico, dove l’esito è tutt’altro che scontato per via dei contrasti interni alla maggioranza. Lì i più accesi sostenitori dell’Hard Brexit e gli Unionisti nord-irlandesi potrebbero votare contro.
Poco prima del vertice Ue May ha tentato di mettere le mani avanti scrivendo una lettera aperta, una “lettera alla Nazione” con la quale la premier ha chiesto il sostegno dei britannici spiegando che l’accordo permetterà al paese un “più luminoso futuro”.
Rientrato il rischio di un veto della Spagna per la questione di Gibilterra, per cui il premier Pedro Sanchez ha ottenuto garanzie di tutela dei lavoratori spagnoli e la stipula di un’intesa separata, il voto all’Europarlamento si è svolto senza intoppi, e così il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk ha potuto annunciare l’unanimità politica sull’accordo. Ha quindi invitato “Commissione, Parlamento e Consiglio a fare i passi necessari per garantire che l’accordo possa entrare in vigore il 30 marzo 2019, in modo da assicurare un recesso ordinato” della Gran Bretagna dall’Ue. Tusk ha ammesso che “Di fronte a noi ci sono un difficile processo di ratifica” e “nuovi negoziati”, ma comunque con la Gran Bretagna “resteremo amici fino alla fine dei giorni, e anche un giorno di più”.
Il presidente della Commissione europea, Jean Claude Juncker, ha mandato un avviso al Parlamento di Londra affermando che quello approvato è “l’unico accordo possibile”, e se i deputati dovessero respingerlo nel tentativo di ottenerne uno migliore, “resterebbero delusi”. Per Juncker il voto di oggi non è una vittoria, “è un giorno triste”, perché è stato fatto un ulteriore passo verso il completamento del divorzio tra Ue e Regno Unito.
Il vero scoglio sarà Westminster, il cui voto è previsto per il 10 – 11 dicembre o comunque entro Natale: May nella sua lettera ha cercato di rassicurare membri della Camera dei comuni ed elettori ricordando che i punti essenziali sono stati ottenuti, ovvero “il controllo dei confini e delle risorse, l’indipendenza dalla Corte di giustizia europea, la possibilità di autonomia nella pesca e nell’agricoltura, la stretta sulla circolazione delle persone e del patrimonio”.
Solo ieri l’ex ministro degli Esteri, il vulcanico Boris Johnson, ha parlato al congresso del Partito Democratico Unionista (Irlanda del Nord) paragonando il piano di May al Titanic, ed “Ora è il momento di individuare l’iceberg che ci aspetta”, ed ha asserito che l’accordo “ha regalato l’Irlanda del Nord all’Unione Europea. Secondo Johnson, “il governo dovrebbe “spazzare via” il backstop nei negoziati Brexit”.
Per il capo negoziatore Ue Michel Barnier “questo accordo è il passo necessario per costruire la fiducia tra l’Ue e la Gran Bretagna al fine di procedere coni prossimi passi”, mentre per la tedesca Angela Merkel “la Gran Bretagna se ne va dall’Ue dopo 25 anni ma noi rispettiamo la decisione del popolo britannico”, e l’accordo “è nel nostro interesse”.