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Dopo essere stato A Washington per incontrare Donald Trump, il premier italiano Paolo Gentiloni si è recato in Canada, dove ha visto il collega Justin Trudeau.
Lì la musica era ben diversa rispetto all’incontro con il presidente Usa, ed i due leader hanno affrontato diversi argomenti tra cui i migranti (il Canada ha dato accoglienza a 40mila migranti in 2 anni) e il libero scambio.
Gentiloni ha spiegato in conferenza stampa che “Siamo affezionati all’idea del libero scambio, al commercio come fattore propulsivo della crescita. Abbiamo una visione comune nella convinzione, che io ho forte, che ci sia un chiaro collegamento tra l’idea di una società aperta e l’apertura negli scambi, nella cooperazione. Diritti, libero scambio, dialogo internazionale sono cose che vano assieme”.
Gentiloni ha anche invitato i partner europei meno propensi al ricollocamento a prendere l’esempio dal Canada: “Io credo – ha detto il premier – che se ciascuno dei 27 paesi dell’Unione europea avesse l’atteggiamento che ha avuto il Canada che ha accolto 4mila rifugiati in un anno noi faremmo un bel passo in avanti nella soluzione al problema”. “Non posso che citare il Canada come esempio positivo – ha aggiunto – e anzi dico all’Ue di prendere esempio da questo Paese”, un esempio di come “si possa contribuire anche senza una prossimità geografica, per esempio con la crisi siriana, ad un’accoglienza di rifugiati contemporaneamente garantendo la sicurezza”. D’altro canto, ha avvisato Gentiloni, “non bisogna confondere il tema dell’immigrazione con quello del terrorismo, anche se non bisogna mai abbassare la guardia dall’esterno”.
Il premier ha quindi insistito sulla necessità di togliere i flussi dei migrati i criminali: “non è raccontare che si possa cancellare con un colpo di bacchetta il problema, ma lavorare per trasformare i flussi illegali incontrollati in mano alla criminalità, gradualmente, in flussi che si possono regolare e che diminuiscono come dimensioni e che quindi sono più compatibili con le nostre comunità e non rischiamo di creare tensioni”.
Da canto suo Trudeau ha ribadito che “Non c’è contraddizione tra il fatto di essere un paese aperto all’immigrazione ed essere un Paese sicuro. Abbiamo dimostrato che questo si può fare senza fare nessuna concessione alla sicurezza, che resta una delle nostre grandi priorità”. “La fonte dell’immigrazione – ha sottolineato il premier canadese – deve essere affrontata, perché le persone che fuggono da cambiamenti climatici, conflitti, guerre devono esser accolte da una comunità internazionale che fa parte anche della soluzione e riconosco che la leadership di Gentiloni va in questa direzione: l’Italia ha storicamente accolto diverse ondate di immigrazione”.