Ciad. Tensioni al vertice dei Paesi del G5 Sahel, Macron non ritira i militari francesi

di Alberto Galvi –

Il presidente francese Emmanuel Macron in videoconferenza ha comunicato ai leader dei Paesi del G5 Sahel, cioè Mali, Niger, Burkina Faso, Mauritania e Ciad, che non ci sarà una riduzione immediata delle truppe francesi nel Sahel. Macron ha detto che ridurre le truppe francesi troppo rapidamente e massicciamente nella regione sarebbe un errore. Quindi nei prossimi mesi non cambierà nulla.
Il presidente francese ha anche esortato i cosiddetti Paesi del G5 Sahel riuniti in un vertice a N’Djamena, in Ciad, ad espandere la propria lotta contro il terrorismo e a lavorare per ripristinare il controllo e i servizi governativi nelle aree in cui operano i combattenti jihadisti.
Il capo del governo marocchino Saad Dine El Otmani nel suo discorso a N’Djamena ha parlato della continua minaccia di insurrezione della regione nonostante la determinazione collettiva dei Paesi del G5 Sahel di fornire sicurezza e stabilità. Il Marocco ha messo in guardia i Paesi del G5 Sahel dal nesso tra gruppi terroristici e movimenti separatisti e ha sollecitato una risposta collettiva per contrastare queste minacce. Il terrorismo richiede un’azione di sicurezza immediata e il Marocco rimane impegnato a sostenere questi Paesi anche attraverso l’addestramento militare.
In alcuni Paesi del Sahel il numero delle vittime di insurrezioni è quintuplicato, mentre più di 3,5 milioni di persone sono diventate rifugiati o sfollati interni. Sebbene il 2020 abbia visto meno attacchi rispetto agli anni precedenti, la regione ha comunque subito alcuni dei peggiori attacchi mai registrati.
Tra i presenti al vertice in Ciad c’era anche il viceministro degli Esteri egiziano per gli affari africani Hamdi Sanad Loza. L’Egitto è un partner importante per i Paesi del Sahel, contribuendo aumentare la loro capacità operativa in campo civile e militare. L’Egitto partecipa alle forze di pace delle Nazioni Unite in Mali. 
L’incontro virtuale arriva un anno dopo che la Francia ha incrementato il suo dispiegamento nel Sahel da 4.500 a 5.100 truppe nel tentativo di riprendere il controllo della regione. Il ritiro delle ulteriori 600 truppe francesi schierate all’inizio del 2020 è ancora sul tavolo e sarà discusso entro la fine dell’anno. Molti nella regione si stanno stancando della presenza francese.
Sebbene la Francia abbia incrementato la sua presenza militare nel Sahel, la task force militare europea guidata dalla Francia denominata Takuba rappresenta parte del tentativo della Francia di condividere alcuni degli oneri militari con i suoi partner europei e di giustificare il previsto ritiro delle truppe. 
L’annunciato rimpasto nell’assetto militare francese nel Sahel potrebbe anche liberare risorse umane e finanziarie che potrebbero essere riassegnate alle aree di cooperazione esistenti nei Paesi costieri dell’Africa occidentale. 
I terroristi cercano rifugi in aree sicure che sono state isolate in tempi recenti. Il capo dell’intelligence estera francese, Bernard Emié, ha accennato al rischio di un’espansione della minaccia jihadista verso il Golfo di Guinea.
I soldati francesi combattono gruppi estremisti insieme a soldati africani ed europei nella regione. Altri 1.200 soldati ciadiani saranno presto schierati nella zona al confine con Mali, Niger e Burkina Faso. L’invio dei soldati ciadiani era già stato annunciato un anno fa a Pau.
Dal 2013 ad oggi sono stati uccisi 55 soldati francesi mentre combattevano gli estremisti nella regione.  Le forze francesi hanno ucciso il leader di AQIM (Al-Qaeda in the Islamic Maghreb), Abdelmalek Droukdel, nonché un capo militare del gruppo affiliato al GSIM (Group to Support Islam and Muslims). Un nuovo vertice del G5 Sahel è previsto entro la fine dell’anno.
Dopo il cosiddetto vertice del G5 Sahel, a cui Macron si è unito tramite collegamento video, il ministro degli Esteri tedesco Heiko Maas ha affermato che Berlino non invierà soldati in ulteriori operazioni militari nella regione.
La Germania sta partecipando con molte truppe a entrambe le missioni internazionali nel Sahel: la EUTM (European Training Mission) e la MINUSMA (United Nations Multidimensional Integrated Stabilization Mission in Mali). Berlino ha attualmente fino a 1.550 soldati della Bundeswehr schierati nel Paese dell’Africa occidentale del Mali.
L’operazione Barkhane che è iniziata formalmente nell’agosto 2014, è costata alla Francia circa 1,1 miliardi di dollari solo nel 2020. La Francia ha inviato per la prima volta truppe in Mali nel 2013 per sconfiggere gli insorti islamici che avevano preso il controllo della metà settentrionale del Paese.