Cile. La Mapuche Elisa Loncón presidente della Convenzione costituzionale 

di Alberto Galvi –

La Convenzione costituzionale cilena ha eletto come suo presidente una donna indigena Mapuche, Elisa Loncón, la quale è stata scelta da 96 dei 155 delegati, la Costituzione cilena sarà completamente rivista dopo più di un trentennio da un’assemblea eletta direttamente dai cittadini.
La Convenzione discuterà del regime politico e del sistema di governo, prendendo atto del fatto che il presidenzialismo di stampo cileno, che riserva al capo dello stato vasti poteri, ha mostrato carenze con le rivolte dell’ottobre 2019. Inoltre il potere legislativo è bicamerale, dove però le Camere non hanno un peso sufficiente per controbilanciare quello dell’esecutivo e i partiti politici sono molto deboli.
Il processo di riscrittura della Costituzione è iniziato nel novembre 2019, quando il governo, per contribuire ad allentare le tensioni sociali, ha indetto un referendum, deciso dopo una riunione dei leader di partito nel corso della quale è stata richiesta una maggiore protezione in settori chiave come la salute o l’istruzione.
Gli elettori cileni lo scorso maggio hanno eletto numerosi delegati progressisti e indipendenti, infliggendo un duro colpo ai candidati conservatori che non sono riusciti ad assicurarsi la quota di un terzo dei seggi necessaria per porre il veto a qualsiasi proposta. Ogni articolo della nuova Costituzione deve essere infatti approvato dai due terzi dell’assemblea.
L’inizio della sessione inaugurale dello scorso 4 luglio è stato ritardato di diverse ore dopo che i manifestanti e la polizia si sono scontrati per le strade della capitale cilena in prossimità dell’area in cui doveva svolgersi la cerimonia.
L’organismo avrà nove mesi, con una possibile proroga di ulteriori tre, per redigere una nuova Carta. Una volta che il testo sarà stato approvato dai costituenti, ci sarà un periodo di 60 giorni per indire un referendum con voto obbligatorio per ratificare o respingere il testo.
Nel caso in cui la nuova Costituzione non dovesse riscuotere consensi sufficienti rimarrebbe in vigore la carta precedente, ratificata nel 1980. L’attuale costituzione del Cile è ampiamente impopolare e considerata una fonte di disuguaglianza sociale e il cambiarla è un passo obbligato verso la democrazia e l’uguaglianza.