Cina. Dazi: riunione con la controparte Usa, ‘grandi differenze su alcune questioni’

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Alla fine della prima tornata di colloqui sui dazi Cina e Stati Uniti hanno concordato semplicemente di continuare a discutere attraverso un meccanismo di lavoro, ma nel complesso non sono stati raggiunti ne’ propositi ne’ intese.
Restano infatti insuperabili le differenze di vedute in quella che è ormai una vera e propria guerra commerciale, iniziata con l’introduzione di dazi sull’acciaio e sull’alluminio da parte Usa ma ben presto passata da entrambe le parti alla tassazione di numerosissimi beni che spaziano dall’alimentare al tessile. Nei giorni scorsi il ministero del Commercio cinese ha fatto sapere di una decisione preliminare che imporrà agli importatori di sorgo statunitense di versare fondi pari a dazi del 178,6% a copertura delle possibili misure antidumping, dal momento che fino ad oggi il cereale è stato venduto a prezzo “impropriamente basso”, mentre negli Usa il gigante cinese Zhongxing Telecommunications Equipment (Zte), leader nel settore delle telecomunicazioni, è stato messo sotto accusa da parte delle autorità federali in quanto avrebbe prodotto documenti falsi per commerciare con l’Iran e la Corea del Nord, sottoposti alle sanzioni di Washington. La società, che non potrà importare componenti Usa per 7 anni, ha ventilato addirittura l’ipotesi di fallimento.
I temi all’ordine del giorno della conferenza che si è svolta in Cina sui quali non si è trovata sintonia sono stati l’espansione delle esportazioni Usa verso la Cina, gli scambi bilaterali nel settore dei servizi, gli investimenti, la protezione della proprietà intellettuale e la questione delle misure tariffarie e non tariffarie, tuttavia la nota emessa al termine indica che Cina e Usa “hanno riconosciuto che ci sono ancora grandi differenze su alcune questioni”. In realtà praticamente su tutto.