Cop 22: re Mohammed del Marocco nomina il comitato di guida

di Belkassem Yassine

imageRe Mohammed VI del Marocco ha approvato ieri la nomina di 11 membri del comitato di guida della COP22, il quale sarà presieduto da Salaheddine Mezouar. Lo ha annunciato il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione.
Il comitato è incaricato di preparare l’organizzazione della 22ma sessione della Conferenza quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, la COP22, che avrà luogo a Marrakech dal 7 al 18 novembre prossimo.
Il comitato è composto, oltre da Mezouar, da Abdeladim Lhafi (Commissario), Aziz Mekouar (ambasciatore per la negoziazione multilaterale), Nizar Baraka (presidente del comitato scientifico), Hakima Haite (inviata speciale per la mobilitazione), Driss El Yazami (responsabile del settore della società civile), Faouzi Lekjaa (responsabile del settore finanziario), Samira Sitaïl (responsabile della comunicazione), Abdeslam Bikrate (responsabile della logistica e della sicurezza), Said Mouline (responsabile del partenariato pubblico/privato) e Mohammed Benyahia (responsabile degli eventi paralleli).
E’ stato anche riportato che, come da istruzioni del sovrano, una commissione interministeriale è stata istituita per accompagnare l’organizzazione di questo grande appuntamento internazionale. La commissione è composta dai ministeri degli Affari Esteri e della Cooperazione, dell’Economia, delle Finanze, dell’Interno, dell’Agricoltura e Pesca, dell’Industria, del Commercio, degli Investimenti e dell’Energia.
Il re ha inoltre dato le sue direttive per garantire l’intera partecipazione del Governo marocchino e per stimolare l’adesione di tutti gli attori statali e non statali, pubblici e privati, per la riuscita di questo importante appuntamento della lotta contro i cambiamenti climatici; ha inoltre chiesto di riaffermare i diversi impegni del Regno marocchino nel campo di protezione dell’ambiente, di promozione delle energie rinnovabili e della lotta ai cambiamenti climatici, di promuovere e difendere le preoccupazioni dei paesi in sviluppo, particolarmente africani e insulari e di coordinare le differenti azioni con la presidenza francese di COP21 e l’ONU, in conformità con l’Appello di Tangeri.