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La notizia diffusa oggi dal giornale sudcoreano Chosun Ilbo è di quelle che vanno prese con le pinze, anche perché già attorno all’esecuzione di Jang Song Thaek, l’ex vicepresidente della Commissione Nazionale di Difesa nonché zio del leader nordcoreano Kim Jong Un, sono stati comunicati fatti poi smentiti, ovvero di essere stato fatto sbranare lo scorso 12 dicembre da 120 cani tenuti a digiuno da giorni, in una gabbia con tre suoi collaboratori: la collera del giovane dittatore sarebbe stata tale che avrebbe dato ordine di uccidere anche i parenti diretti dello zio, fino alla terza generazione.
Chiamati con una scusa a Pyongyang, sarebbero così stati eliminati, tra gli altri, la sorella di Jang, Jang kye-Sun, il marito e ambasciatore a Cuba, Jon Yong-Jin, il nipote di Jang e ambasciatore in Malaysia, Jang Yong-Chol, insieme ai suoi due figli; giustiziati anche i figli e i nipotini dei due fratelli di Jang. “Sono stati eliminati tutti i familiari di Jang, compresi i bambini” – ha raccontato una fonte al quotidiano del paese nemico – al fine di “non lasciare alcuna traccia” del traditore.
