EGITTO. Ancora vittime e scontri, marcia in difesa delle donne

Ansa, 20 dic 11 –

di Danila Clegg – Anche se meno violenta dei giorni scorsi, la quinta giornata di confronto fra forze dell’ordine e manifestanti al Cairo in piazza Tahrir e nelle sue immediate vicinanze fa segnare un bilancio di tre vittime secondo alcune fonti, quattro secondo altre. Che si vanno ad aggiungere alle dodici accertate fino a ieri. Almeno seicento i feriti. E mentre le violenze hanno fatto passare in secondo piano le elezioni legislative per le quali domani e dopodomani si tornera’ alle urne in nove governatorati per il ballottaggio del secondo turno, il muro contro muro non si sblocca. Il capo del Consiglio militare, Hussein Tantawi, ha incontrato oggi il consiglio consultivo, messo in piedi due settimane fa. Durante l’incontro, scrive la Mena, e’ stata riaffermata l’importanza di porre fine a ogni forma di violenza e allo stesso tempo la necessita’ di proteggere istituzioni e luoghi pubblici. Nell’incontro Tantawi ha annunciato che i restauri dell’Istituto egiziano, andato in fiamme durante gli scontri del fine settimana, sara’ effettuato dalle forze armate. Come segnale di conciliazione la giustizia militare ha fatto sapere che saranno giudicati alcuni militari per le violenze compiute nella sede della televisione pubblica il 9 ottobre e per i test di verginita’ ai quali sono state sottoposte manifestanti durante e dopo la rivoluzione di gennaio. Ma i movimenti rivoluzionari insistono per la fine della giunta militare e danno tre giorni di tempo ai generali per fissare le elezioni presidenziali il 25 gennaio, giorno del primo anniversario della rivoluzione egiziana. In una conferenza stampa oggi l’unione dei giovani della rivoluzione e la coalizione dei rivoluzionari egiziani ha chiesto che si proceda con la terza e ultima fase delle elezioni legislative in modo tale che quando si chiudera’ tutto il processo, a meta’ marzo, ci saranno sia un presidente sia un parlamento. Secondo lo scrittore Alaa Aswani, autore del ‘Condominio Yacubian’, quello che sta avvenendo in questo giorni mostra che l’obiettivo dei militare e’ far ”abortire la rivoluzione”. ”Il consiglio all’inizio ha glorificato i rivoluzionari, ma ora lavora per isolarli e per suscitare ostilita’ nella gente comune contro la rivoluzione”. ”E’ il regime di Mubarak che lavora con il consiglio militare. E’ chiaro, e’ lo stesso metodo”, ha affermato lo scrittore, secondo il quale occorre andare fino in fondo con le elezioni ed avere cosi’ un Parlamento espressione della volonta’ popolare. Mentre oggi si sono placate le violenze non diminuisce l’indignazione per le immagini che hanno mostrato il pestaggio di una ragazza in piazza Tahrir, fino a lasciarla mezza svestita, sul selciato. Centinaia di donne, brandendo la foto simbolo dell’aggressione da parte delle forze dell’ordine, sono sfilate oggi per il centro del Cairo, per esprimere la loro indignazione e per sostenere che in gioco c’e’ l’onore non solo delle donne, ma di tutto l’Egitto.