Egitto. Ripresi i negoziati con Etiopia e Sudan per la gestione della grande diga Gerd

di Alberto Galvi –

Egitto, Etiopia e Sudan hanno ripreso i negoziati sulla controversa diga Gerd, dal valore di 4,6 miliardi di dollari, che l’Etiopia sta costruendo sul Nilo Azzurro. La ripresa dei colloqui è arrivata dopo che il mese scorso il presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi e il primo ministro etiope Abiy Ahmed hanno dichiarato l’intenzione di individuare un accordo definitivo entro quattro mesi per la gestione della Grande Diga Rinascimentale Etiope.
L’Egitto teme un impatto devastante se la diga verrà gestita senza tenere conto delle proprie esigenze. Il Nilo Azzurro incontra il Nilo Bianco nella capitale del Sudan, Khartoum, prima di snodarsi verso nord attraverso l’Egitto fino al Mar Mediterraneo.  Circa l’85 per cento della portata del fiume proviene dall’Etiopia.
Il nuovo round di colloqui al Cairo è stato annunciato dal ministro dell’Irrigazione Hani Sewilam, e lo scopo è quello di arrivare a un accordo giuridicamente vincolante su come la gigantesca diga verrà gestita e riempita, facendo affidamento quasi interamente sul Nilo per fornire acqua all’agricoltura e a oltre 100 milioni di abitanti.
Rimangono delle riserve su quanta acqua l’Etiopia rilascerà a valle nel caso in cui si verificasse una siccità pluriennale e su come i tre paesi risolveranno eventuali future controversie. La leadership etiope ha rifiutato un arbitrato vincolante nella fase finale del progetto.
Il governo di Addis Abeba afferma che la diga è essenziale, sostenendo che la maggior parte della popolazione non ha elettricità.
Il governo del Sudan vuole che l’Etiopia coordini e condivida i dati sul funzionamento della diga per evitare inondazioni e proteggere le proprie dighe.