Etiopia. Il referendum ha deciso che Sidama è uno stato regionale autonomo

di Alberto Galvi

In Etiopia circa 2,3 milioni di elettori sono stati chiamati nei giorni scorsi a decidere sul referendum per la creazione di una regione autonoma Sidama. Questo gruppo etnico è il 5° più grande del paese e rappresenta il 4% dei suoi abitanti, con la consapevolezza di poter avere una maggiore autonomia politica.
La questione etnica nel paese africano nasce alla fine degli anni 60 quando il regime comunista dei Derg cercò di creare un’identità nazionale basata sugli ideali marxisti. Il regime fallì questo suo tentativo a causa dello scontro tra le forze governative e i gruppi ribelli formati in quel periodo attorno alle loro identità etniche.
Secondo la costituzione etiope qualsiasi gruppo etnico o regione del paese può chiedere al governo centrale di indire un referendum per ottenere una propria autonomia entro l’anno successivo alla sua richiesta. Il referendum del 20 novembre è arrivato 5 mesi dopo che era stato dichiarato legittimo, a causa delle violenze perpetrate nel luglio 2019.
Il Sidama diventerà la decima regione autonoma del paese e controllerà le tasse, l’istruzione, la sicurezza e le leggi locali in autonomia dal governo centrale. Da quando il primo ministro riformista Abiy Ahmed è salito al potere nell’aprile 2018, l’Etiopia ha avuto una forte spinta autonomista.
Il presidente etiope è stato premiato con il premio Nobel quest’anno, grazie le sue ampie riforme liberalizzanti e guidando il processo di pace con l’Eritrea. Il referendum sulla creazione di una nuova regione fa parte di un processo costituzionale che si spera possa contribuire a soddisfare le ambizioni etniche di una parte del paese.
La liberalizzazione delle autonomie ben si scontra con la gestione precedente del potere in Etiopia basato sulla centralità dello stato. Questo cambio di rotta ha scatenato scontri in diverse parti del paese nell’ultimo anno e mezzo.
Codesto referendum potrebbe ispirare gli altri 80 gruppi etnici del paese a chiedere l’autonomia. Sicuramente ci sono già almeno 10 altri gruppi etnici che sono potenzialmente desiderosi di tenere il proprio referendum sull’autonomia, ed è per questo che l’esito di quello in Sidama è seguito da tutto il paese. L’Etiopia è il secondo paese più popoloso dell’Africa con oltre 100 milioni di abitanti.
Il paese africano è attualmente diviso in 9 regioni semi-autonome: Tigray, Afar, Amhara, Harari, Benishangul-Gumuz, Somali, Oromia, Gambela, SNNPR (Southern Nations, Nationalities, and Peoples’ Region), quest’ultima è una regione rurale di circa 20 milioni di persone che confina con il Kenya e il Sud Sudan, di cui fa parte il Sidama insieme alle altre 50 etnie.
Inoltre il popolo Sidama vuole che la città di Hawassa diventi la loro capitale. La questione della capitale multietnica rischia di diventare motivo di scontro tra etnie in quanto la città ha una vasta comunità non appartenente alla etnia Sidama, questo renderebbe difficile la convivenza tra le altre, che andrebbero a convivere nel nuovo stato sia dal punto di visto politico che amministrativo.
Per quanto riguarda il giorno delle elezioni è terminato in modo completamente pacifico senza incidenti da segnalare. Intanto il NEBE (National Election Board of Ethiopia), ha annunciato i risultati preliminari del referendum, confermando il 98% dei voti favorevoli a uno stato regionale di Sidama, mentre meno del 2% ha votato per rimanere nella regione federale esistente.
I confini del nuovo stato regionale sono in quello di Oromia, le zone di Guji e Arsi occidentale mentre in quello dell’SNNPR sono le zone di Wolayta, Kembata e di Gedeo. Inoltre per 2 elezioni consecutive Hawassa rimarrà ancora la capitale dell’SNNPR poi si avvierà la procedura per farla diventare la capitale di Sidama.
Questo risultato referendario è molto importante per il paese perchè crea la speranza per molte etnie di riuscire ad ottenere un proprio stato regionale autonomo all’interno dello stato etiope. L’unico problema è che questa voglia di autonomia potrebbe incoraggiare dei gruppi a scatenare ulteriori violenze, che farebbero solo rallentare la procedura autonomista delle altre regioni o delle altre etnie che ne facessero richiesta.