Filippine. Duterte, ‘vaffanculo all’Onu’

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Duterte rodrigoCome era previsto, in soli 20 giorni di presidenza il leader filippino Rodrigo Duterte si è distinto per i colpi di scena e le frasi shock. Per prima cosa ha annunciato la reintroduzione della pena di morte, poi ha minacciato i giornalisti “cattivi” di essere “non protetti dagli assassinii”, ed oggi se l’è presa con l’Onu, affermando “Vaffanculo. Voi dell’Onu, non sapete come porre fine al massacro in Medio Oriente, non avete alzato un dito in Africa, cucitevi tutti la bocca”. L’occasione è stata la domanda posta da un giornalista, e Duterte ha continuato affermando che “Questo è il problema, sono sempre lì a rinfocolare paure su questa o quella convenzione delle Nazioni Unite”.
Le boutade di Duterte sono tutt’altro che da classificare come tali, tant’è che in per 22 anni di sindaco della popolosa città meridionale di Davao si è caratterizzato per le parole grosse e i metodi spicci, arrivando a combattere i trafficanti di droga e la criminalità con vigilantes, cioè “squadroni della morte”, che hanno ucciso negli anni oltre mille sospetti.
Atteggiamenti, quelli di Duterte, che potrebbero sfociare nell’ennesima dittatura della storia del paese.
In merito alle parole (o minacce) ai giornalisti, si è rifiutato di ritirarle e a chi lo intervistava ha avvertito “Non scherzate con me”.