Francia. Attentato alla redazione di Charlie Hebdo: incappucciati (ma identificati) ammazzano 12 persone

di Enrico Oliari –

hebdo 2 grandeTre uomini, la cui identità e appartenenza non sono conosciute, hanno compiuto una strage ieri verso le 11.30 presso la redazione parigina del giornale satirico Charlie Hebdo: entrati nell’edificio armati di fucili Kalashnikov e di lanciarazzi si sono messi a sparare all’impazzata, uccidendo almeno 12 persone, tra cui due agenti, e ferendone otto di cui quattro in modo grave.
I terroristi erano incappucciati e vestiti di nero, ed il sospetto è che il gesto possa essere collegato all’estremismo islamico in quanto poco prima dell’attentato il settimanale satirico aveva pubblicato sul suo profilo Twitter una vignetta su Abu Bakr al-Baghdadi, leader dell’Isis, e i testimoni hanno riferito che i due assalitori hanno aperto il fuoco gridando “Vendicheremo il Profeta” e “Allah akhbar”. Si sono quindi dati alla fuga aggredendo un automobilista e rubandogli l’automobile; posti di blocco sono in atto in tutta Parigi.
Fra le vittime il direttore della testata, il 47enne Stéphane Charbonnier detto “Charb”,  e tre noti vignettisti: Jean Cabut, detto “Cabu”, Bernard Verlhac, in arte “Tignous” e Georges Wolinski.
Il presidente francese Francois Hollande è giunto sul luogo dell’attentato e l’Eliseo ha annunciato la convocazione di una riunione d’emergenza del governo.
In più occasioni Charlie Hebdo è stato oggetto di proteste della comunità islamica e delle critiche degli integralisti per aver trattato l’Islam e la figura di Maometto con irriverenza; il numero in uscita oggi riporta sulla copertina una caricatura dello scrittore Michel Houellebecq, al centro di polemiche per il romanzo in uscita oggi “Sottomissione” (in arabo “Islam”), che racconta la salita alla presidenza della Repubblica di un islamico.
hebdo fuoriNel 2006 il settimanale ripubblicò le 12 dodici vignette controverse su Maometto del giornale danese Jyllands-Posten, cosa che ne fece decollare le vendite, ma anche infuriare Consiglio francese del culto musulmano. In occasione della vittoria del partito islamico Ennahda, di Rashed Ghannuchi, alle elezioni tunisine dell’ottobre 2011, Charlie Hebdo riportò in copertina una caricatura di Maometto che annunciava “Cento frustate se non morite dal ridere”; il profeta venne disegnato con un naso rosso da clown: ne conseguì il lancio di una bottiglia molotov negli uffici della redazione.
In serata è arrivato un video dell’Isis che potrebbe essere di rivendicazione dell’attentato, informazione che va presa con le pinze, anche perché i terroristi, impossessandosi dell’auto del francese, hanno parlato di al-Qaeda e di Yemen.
I Servizi segreti e la polizia francese hanno identificato i possibili assalitori, al momento ricercati e in un primo momento localizzati a Reims (ora in Picardia) grazie a una carta d’identità rinvenuta in una delle auto usate per la fuga e ad altre informazioni fornite dalla stessa intelligence: si tratta di due fratelli franco-algerini Said e Cherif Kouachi, di 32 e 34 anni, tornati in Francia quest’estate dalla Siria, residenti nella città di Gennevilliers. Uno degli assalitori era stato arrestato in precedenza per aver reclutato giovani da inviare nelle file dell’Isis. Un terzo ricercato, il 18enne senza fissa dimora Hamyd Mourad Mourad, si è consegnato alla polizia, ma ha presentato un alibi di ferro in quanto al momento della strage si trovava a scuola in tutt’altra parte del paese. Potrebbe esservi un caso di omonimia con l’autista dei due terroristi.
La Francia è uno dei paesi che partecipa attivamente alla coalizione anti-Isis e proprio ieri è stato annunciato l’invio nelle acque antistanti la Siria della portaerei a propulsione nucleare Charles de Gaulle, accompagnata da un sottomarino d’attacco a propulsione nucleare della classe Barracuda e da altri mezzi di superficie.
kouachi fuoriDa giorni il governo ha alzato il livello d’allerta per il rischio di attentati (oggi il presidente Hollande ha reso noto che ne sono stati sventati diversi), anche perché in dicembre vi sono stati più attacchi di “lupi solitari”: il 21 un giovane di vent’anni, un francese originario del Burundi di nome Bertrand Nzohabonayo, ha aggredito presso il commissariato di Joué-lès-Tours un gruppo di poliziotti urlando “Allah akhbar”: armato di un coltello è riuscito a ferire al volto un agente, ma è stato immediatamente freddato dagli altri poliziotti; poi un uomo di 40 anni si è lanciato con un’auto contro un gruppo di persone a Digione, anche lui gridando “Allah akhbar”: 11 feriti; il giorno dopo un 44enne, sempre al grido di “Allah akhbar”, si è scagliato un furgoncino contro la folla a Nantes, ferendo 13 persone, per poi prendere un coltello e suicidarsi con nove fendenti.
Le autorità hanno reso noto che due dei tre autori erano individui con problemi psichiatrici, ma in pochi hanno creduto a tale versione. Azioni di “lupi solitari” si stanno manifestando un po’ ovunque, al netto dei numerosi arresti compiuti dai servizi di sicurezza nei paesi occidentali come in Spagna, Francia, Gran Bretagna e Bosnia.
Basta tornare indietro di poche settimane (13 novembre) per trovare il leader dell’Isis, Abu Bakr al-Baghdadi, che raccomanda ai “lupi solitari” e alle “cellule in sonno” di colpire e di portare il terrore in Occidente, come pure Abu Muhammad al-Adnani, portavoce dell’Isis, che spiega in un suo messaggio che “Se non riuscite a trovare una bomba o un proiettile… usate la vostra auto e investiteli”.

Il Centro islamico Culturale d’Italia condanna attentato Parigi

Il Centro Islamico Culturale d’Italia condanna con forza l’attentato compiuto oggi a Parigi contro la sede della rivista francese Charlie Hebdo a Parigi. In una nota il Centro islamico Culturale d’Italia, che gestisce la Grande Moschea di Roma, esprime le proprie condoglianze ai familiari delle vittime della strage di oggi sentendosi “vicino ai Parigini, alle forze dell’ordine della capitale e a tutto il Popolo francese per il brutale attacco subito”. Il Segretario Generale del Centro Islamico, Abdellah Redouane, ricorda che “quello di oggi è certo in primo luogo il momento nel quale esprimere la nostra solidarietà e vicinanza alle famiglie delle vittime e al popolo francese per il grande tributo di sangue versato, il momento per stringerci a tutti loro e condividerne il dolore, ma è anche un momento per riconsiderare il fallimento del vivere insieme voluto e causato da elementi terroristici. E’ necessario restare uniti contro la barbarie e la violenza e lavorare sempre di più uniti, non solo per garantire e difendere la libertà di stampa e di opinione, ma più in generale per proteggere la democrazia, minacciata da forze oscurantiste di inusitata mostruosità. Ogni silenzio è divenuto ormai intollerabile e inaccettabile, un silenzio pieno di ignavia non può che trascendere nella connivenza e nella complicità. Va respinto. Siamo tutti chiamati a fare un esame di coscienza, ma anche a rispondere a voce alta a questa minaccia. Poiché la minaccia si alimenta del silenzio. Ciò si può fare solo rafforzando il lavoro di chi è impegnato in prima linea in favore del dialogo tra le religioni e le culture e per la promozione dei principi di pluralismo e rispetto della libertà. E’ dovere inderogabile di ognuno di noi, di ogni credente”.

Nella seconda foto la vignetta di Maometto sul numero in uscita oggi