G7. L’Italia sospende Schengen

di C. Alessandro Mauceri

Le autorità italiane (come ormai molti altri paesi in Europa) hanno deciso di avvalersi dell’articolo 25 del Codice delle frontiere di Schengen riguardante la procedura nei casi che richiedono una azione urgente e che recita “Quando l’ordine pubblico o la sicurezza interna di uno Stato membro richiedono un’azione urgente, lo Stato membro interessato può ripristinare in via eccezionale e immediatamente il controllo di frontiera alle frontiere interne”.
La sospensiva, che dovrebbe avere una durata limitata da oggi al 30 maggio, è stata presa dal ministero dell’Interno che ha giustificato la decisione per motivi di sicurezza in occasione del G7 di Taormina del 26 e 27 maggio.
La decisione è stata presa nonostante, come ha avvertito lo stesso ministero dell’Interno, esistano seri rischi che possa causare un “impatto significativo” sui tempi di viaggio per i cittadini, sia in entrata che in uscita dall’Italia. Un rischio confermato dall’ENAC, l’Ente nazionale per l’aviazione civile, che ha invitato le compagnie aeree ad informare i propri passeggeri e questi a recarsi in aeroporto con largo anticipo rispetto ai tempi normalmente previsti. Al fine di consentire agli Uffici di Polizia di Frontiera di non rallentare eccessivamente i controlli, le compagnie aeree sono state invitate a trasmettere con largo anticipo i dati API (Advance Passenger Information) relativi ai passeggeri in arrivo sia da rotte extra Schengen che da rotte intra Schengen.
La scelta del ministero arriva a pochi giorni dall’invito (ma alcuni lo hanno definito un diktat) da parte della Comunità europea a riaprire la libera circolazione delle persone all’interno dell’area Schengen, mentre le merci fino ad ora non hanno sofferto delle limitazioni. Il 2 maggio infatti la Commissione ha raccomandato al Consiglio di non prorogare ulteriormente l’autorizzazione ai controlli straordinari. http://europa.eu/rapid/press-release_IP-17-1146_it.htm
In base alle indicazioni di Bruxelles quindi la libera circolazione delle persone dovrebbe tornare al più presto alla normalità senza più controlli straordinari alle frontiere interne. L’invito era diretto in particolare a paesi come Austria, Germania, Danimarca, Svezia e Norvegia che hanno controlli straordinari in alcuni tratti di frontiera. Ma tra i paesi oggetto di critiche c’è anche l’Italia che, come altri, avrebbe attuato controlli di polizia intensificati nelle aree di confine.
Del problema del libero transito delle persone alle frontiere la Commissione aveva già parlato a gennaio scorso, quando aveva pubblicato un invito opposto rivolto al Consiglio affinché fossero mantenuti i controlli temporanei in Austria, Germania, Danimarca, Svezia e Norvegia per un ulteriore periodo di tre mesi. In quella sede, tuttavia, venne riconosciuto che la procedura di ritorno alla “situazione Schengen” definita a marzo 2016 era ancora in notevole ritardo.
Ad oggi, nonostante gli inviti, sono molte le frontiere europee in cui l’accordo di Schengen per la circolazione delle persone non viene rispettato. Le merci al contrario continuano a circolare liberamente in tutta l’Ue e anche oltre.