di C. Alessandro Mauceri –
Nei giorni scorsi si è fatto un gran parlare sul discorso (peraltro molto diplomatico e tutt’altro che di parte) del segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres. Un discorso basato sui fatti e sui numeri.
I fatti sono gli accordi sottoscritti nel 1993 (e poi nel 2005) da Israele e dai palestinesi. Accordi che valsero ai rispettivi leader il Premio Nobel per la Pace. Ma che non sono mai stati rispettati.
I numeri, quelli degli scontri più recenti, sono forniti dall’UNRWA, l’agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e l’occupazione dei profughi palestinesi. Secondo l’ultimo rapporto, datato 25 ottobre 2023, le persone uccise dal 7 ottobre sono 5.791 (dati basati anche sulle stime del Ministero della Salute di Gaza). Tra loro 2.360 bambini, 1.292 donne e 295 anziani. 16.298 i feriti. Ma questi numeri potrebbero essere sottostimati: all’appello mancano 1.550 persone (tra cui 870 bambini). Date per disperse, probabilmente sono sepolte sotto le macerie degli edifici. Anche per i sopravvissuti la situazione non promette bene. Le condizioni dei rifugi dell’UNRWA “continuano a destare seria preoccupazione, poiché le strutture attuali non sono più in grado di fornire condizioni di vita dignitose. Alcuni rifugi ospitano attualmente da 10 a 12 volte più persone rispetto alla loro capacità prevista”. Molti i morti anche fuori dalla Striscia di Gaza. In Cisgiordania, sono 95 le persone uccise e quasi 1.900 quelle ferite.
Sul fronte israeliano, i morti sarebbero quasi 1.400 israeliani, inclusi alcuni cittadini stranieri uccisi in Israele.
Dall’inizio degli attacchi del 7 ottobre scorso, sono 38 i funzionari dell’UNRWA morti e 20 quelli feriti, di cui uno in condizioni critiche. Ad essere stati bombardati almeno 41 sedi UNRWA destinate all’accoglienza e al soccorso delle persone colpite. E in questi casi nessuno ha espresso dubbi sulla provenienza degli ordigni.
Si è preferito polemizzare sul discorso di Guterres che si è detto “scioccato dal travisamento di alcune mie dichiarazioni, come se io stessi giustificando gli atti di terrorismo di Hamas. Questo è falso, era il contrario”. La situazione della Palestina è da anni sotto controllo da parte delle Nazioni Unite che hanno più volte segnalato molte criticità, spesso causate proprio dalle politiche israeliane. Il WFP aveva denunciato livelli di insicurezza alimentare allarmanti, con un terzo della popolazione palestinese, 1,8 milioni di persone, in condizioni di insicurezza alimentare. Acqua contingentata per i palestinesi ma utilizzata per alimentare le piscine dei “coloni” israeliani al confine della Striscia di Gaza. E molto altro. Eppure Israele ha chiesto le dimissioni di Guterres, fingendo di non conoscere il risultato dell’indagine condotta dalla Commissione internazionale indipendente d’inchiesta delle Nazioni Unite sui Territori palestinesi occupati, tra cui Gerusalemme Est e Israele. Un gruppo di lavoro che aveva avuto il compito di “indagare, nei Territori palestinesi occupati, compresa Gerusalemme Est, e in Israele, tutte le presunte violazioni del diritto internazionale umanitario e tutte le presunte violazioni e abusi del diritto internazionale dei diritti umani”. Le indagini, iniziate nel 2021, hanno portato, il 5 settembre 2023 (ma la nota ufficiale è stata pubblicata sul sito solo il 16 ottobre scorso, ovvero pochi giorni prima dell’attacco palestinese), alla presentazione di un rapporto in cui venivano descritti gli attacchi di Israele nei territori palestinesi. Un rapporto che non giustifica in alcun modo l’attacco di Hamas, ma che potrebbe spiegare molte cose.
Purtroppo, di questa nota, come dei rapporti dell’UNRWA, molti politici occidentali hanno preferito non parlare.