Gaza. Scambio di accuse fra Israele e Iran

di Enrico Oliari –

A scoppio ritardato sono iniziate oggi le accuse reciproche fra Israele e Iran di fomentare gli scontri di Gaza, in cui sono moti, al momento, 112 palestinesi, mentre i feriti sono ormai mille.
“E’ sgradevole che gli iraniani stiano cercando ancora una volta di incoraggiare Hamas a continuare i bombardamenti contro Israele”- ha affermato il presidente israeliano Shimon Peres –  “Non abbiamo intenzione di aprire una guerra contro Teheran, ma stiamo cercando di evitare che la Repubblica islamica invii ad Hamas i suoi missili a lungo raggio”.
Secondo Peres, l’Iran resta tuttavia “un problema globale, non solo dal punto di vista del suo programma nucleare, ma anche perché rappresenta il centro del terrore mondiale”.
Forse il presidente israeliano dimentica che negli ultimi mesi e sempre con più veemenza il suo primo ministro, Benjamin Netanyahu, ha minacciato di muovere guerra contro l’Iran anche in modo autonomo, senza aspettare il via del Consiglio di Scurezza dell’Onu o l’appoggio dell’alleato statunitense.
Gli ha risposto il portavoce del Ministero degli Esteri iraniano, Ramin Mehmanparast, il quale ha comunicato che “non sono né l’Iran né Hamas a cercare lo scontro o a mettere in pericolo la vita di una popolazione innocente, ma è il regime sionista, che andrebbe processato per crimini di guerra.
Israele è il solo responsabile del conflitto in corso nella Striscia di Gaza e dovrebbe essere processato per crimini di guerra”.
Israele ha di recente accusato l’Iran di fornire i missili di ultima generazione Fajir 5 ai palestinesi di Gaza e, come ha affermato Mehmanparast , “ciò che è importante è che i palestinesi possiedano delle armi con cui difendersi, la questione di sapere chi fabbrichi i Fajr 5 va lasciata agli esperti militari e come siano stati consegnati ai palestinesi è una domanda da rivolgere ai servizi segreti israeliani”. 
Intanto, nonostante continuino a cadere su Tel Aviv, Ashkelon ed altre città i razzi sparati dai militanti palestinesi, si è appresa la notizia della decisione di Israele di sospendere il piano di attacco che avrebbe spinto truppe di terra nella Striscia di Gaza, allo scopo di dare tempo alla macchina diplomatica di portare a termine risultati concreti.