Gb. Assange: la giudice Baraitser annulla l’estradizione negli Usa

di Guido Keller

Colpo di scena in Gran Bretagna per il caso Julian Assange: nel giugno 2019 l’allora ministro dell’Interno Sajid Javid aveva firmato l’estradizione negli Usa del fondatore di Wikileaks, affermando ai media che “è giustamente dietro le sbarre”, ed “io ho firmato l’ordine di estradizione, l’ho certificato”.
Oggi però la giudice distrettuale di Londra, Vanessa Baraitser, ha stabilito che il 49enne Assange non può essere trasferito negli Usa in quanto rischierebbe un peggioramento del suo stato mentale se non arrivare al suicidio.
Dopo aver scontato una breve condanna per aver violato nel 2012 i termini della libertà provvisoria rifugiandosi nell’ambasciata dell’Ecuador a Londra, sembrava ormai cosa fatta il trasferimento negli Usa, dove avrebbe rischiato una condanna fino a 170 anni di detenzione in base all’Espionage Act, la legge che nel 1973 fu usata contro Daniel Ellsberg per la rivelazione dei Pentagon Papers. Si tratta di una legge che non permette agli accusati di difendersi in quanto lesivi dell’interesse nazionale, motivo per cui continua ad essere ritenuta quantomeno controversa: Assange viene messo sotto accusa negli Usa per aver messo in rete una miriade di documenti segreti riguardanti la politica interna ed esterna di Washington, nonché molte scomode verità sulle missioni in Iraq e in Afghanistan, tra cui le prove dei rapporti tra i servizi segreti Usa e i talebani, l’uccisione di civili e la presenza di un’unità specifica di militari con “licenza di uccidere”, ma anche il doppio gioco del Pakistan, alleato degli Usa, la corruzione in Kenya, le torture a Guantanamo e il supporto all’evasione fiscale e al riciclaggio di denaro sporco di un’importante banca svizzera.
Anche la Svezia ne reclamava l’estradizione con un mandato d’arresto europeo per giudicarlo in base “a un sospetto caso di stupro”, come aveva reso noto nel maggio 2019 la procuratrice svedese Eva-Marie Persson. Su questo specifico caso gli avvocati di Assange hanno però avuto gioco facile, dal momento che la stessa procura svedese aveva archiviato il fascicolo aperto 7 anni prima ed aveva ritirato il mandato d’arresto internazionale.
Durante l’udienza di oggi la giudice Baraitser ha riportato le prove dell’autolesionismo e dei pensieri suicidi di Assange, dichiarando che “L’impressione generale è di un uomo depresso e talvolta disperato, timoroso per il suo futuro”.
Dopo aver pagato una cauzione, Assange è comunque rimasto in carcere, dal momento che il giudice ha negato la cauzione.
Ora sarà da vedere la reazione degli Usa, che contavano di processare Assange per ben 18 capi d’accusa.