Gb. Venti d’indipendenza soffiano in Scozia

di Alberto Galvi

In questa tornata elettorale del Regno Unito la Scozia ha votato in modo molto diverso dal resto del paese, e l’ottimo risultato ottenuto dal SNP fa avanzare la sua più grande ambizione l’indipendenza.
Ricordiamo che la Scozia dal 1999 gode di un alto grado di autonomia rispetto al governo centrale di Londra, cioè da quando i poteri legislativi sono stati devoluti ad un parlamento autonomo, eletto da un sistema proporzionale con sede ad Edimburgo.
Nel settembre 2014 si è era già tenuto un referendum sull’indipendenza scozzese. Il 55% degli elettori ha optato per rimanere nel Regno Unito.
La Scozia ha forti motivi economici per restare nel Regno Unito, ma le piccole nazioni in genere fanno piuttosto bene all’interno dell’Unione europea, questo stimola non poco una parte degli scozzesi.
La questione trattata nel primo referendum era anche legata alla possibilità di ingresso della Scozia nell’Unione europea che naturalmente non sarebbe stata immediata. Il paese candidato deve presentare domanda al Consiglio europeo, con la notifica anche del Parlamento europeo e dei vari parlamenti nazionali.
I risultati di queste elezioni generali hanno visto il CP (Conservative Party) con 365 seggi, il LP ( Labour Party) con 203 seggi, l’SNP (Scottish National Party) con 48 seggi il LD (Liberal Democrat) con 11 seggi, il DUP (Democratic Unionist Party) con 8 seggi, SFP (Sinn Féin Party) con 7 seggi, il PCP (Plaid Cymru Party) con 4 seggi, il SDLP (Social Democratic & Labour Party) con 2 seggi, il GP (Green Party) con 1 seggio e l’AP (Alliance Party) con 1 seggio.
Il Regno Unito dovrà ora completare la procedura di uscita dall’Unione europea mentre la Scozia probabilmente chiederà a Londra di indire un altro referendum a favore dell’indipendenza. In questa tornata elettorale i 59 deputati scozzesi, sono tutti stati eletti nei seguenti collegi uninominali: Glasgow, Strathclyde East, Strathclyde, West Highlands and Islands, Lothians, Mid Scotland and Fife, North East Scotland e South of Scotland, con i codesti risultati: 48 al SNP 6 al CP, 4 al LP e 1 al LD.
Inoltre durante la campagna elettorale l’SNP ha proposto al governo centrale di Londra diverse richieste per aumentare l’autonomia del parlamento scozzese, chiedendo il trasferimento dei poteri sul controllo dell’uso delle sostanze stupefacenti, sul diritto del lavoro e sull’immigrazione.
Sul tema della sanità invece l’SNP ha chiesto a Londra maggiori finanziamenti al sistema sanitario scozzese a causa dell’invecchiamento della popolazione, una diminuzione delle tasse con aumenti del salario nazionale, del congedo degli assegni di maternità e paternità e una maggiore attenzione ai problemi dell’ambiente.
L’SNP è contrario al rinnovamento del programma nucleare Trident, composto da 4 sottomarini che possono trasportare fino a 16 missili a testata nucleare e che sono situati in una base scozzese della Royal Navy a Faslane, sul Clyde.
Durante la campagna elettorale la premier scozzese Nicola Sturgeon aveva dichiarato che avrebbe rifiutato qualsiasi richiesta di indire un referendum indipendentista senza una base giuridicamente vincolante, perché non sarebbe mai stato in grado di convincere nessun contraente della sua legittimità.
Con il risultato elettorale, che ha visto l’SNP ottenere ben 48 seggi tra cui molti sottratti ai conservatori (il deputato Neale Hanvey siederà come indipendente), gli altri partiti che hanno concentrato la loro campagna elettorale in Scozia sull’opposizione a un secondo referendum sono stati completamente sconfitti, colpiti da una serie di perdite per mano dell’SNP. Sturgeon ha già promesso di chiedere al più presto al governo del Regno Unito i poteri per organizzare una prossima consultazione referendaria.
Boris Johnson e Nicola Sturgeon hanno concordato immediatamente dopo il risultato elettorale di voler avere una discussione più dettagliata nel prossimo futuro sulle questioni sollevate in campagna elettorale.
Il risultato politico di queste elezioni generali è comunque molto chiaro, gli elettori britannici hanno chiesto a Boris Johnson di portare il Regno Unito fuori dall’Unione Europea e di farlo al più presto. Inoltre il premier ha già detto che si opporrà a un secondo referendum sull’indipendenza scozzese, per non tornare ad avere ancora un paese diviso come lo è stato negli ultimi 2 anni con la Brexit.