Germania. Finanziamenti a Namibia come risarcimento per crimini era coloniale

di Alberto Galvi –

Secondo il portavoce del governo namibiano, Alfredo Hengari, il governo tedesco ha accettato di finanziare progetti in Namibia per un valore di 1,1 miliardi di euro in 30 anni come risarcimento per le uccisioni di massa e per i sequestri di proprietà in quella che poco più di un secolo fa era una sua colonia.
L’accordo è stato siglato dagli inviati speciali di entrambi i paesi il 15 maggio scorso, al termine del nono round di negoziati; questo accordo non prevede però un risarcimento individuale per coloro che sono stati vittime di genocidio. La definizione di ingiustizia stabilita dalla convenzione del 1948 sulla prevenzione non può essere la base per rivendicazioni finanziarie, in quanto la punizione del genocidio non si applica retroattivamente.
La Germania governò la Namibia dal 1884 fino a quando perse la colonia durante la prima guerra mondiale. Si stima che durante il periodo in cui la Germania governò il paese siano morti per mano delle forze
coloniali tedesche circa 65.000 degli 80.000 Herero che vivevano nell’Africa Sud-occidentale tedesca e 10.000 dei 20.000 Namas. La presenza dell’impero tedesco in Africa durò solo poco più di tre decenni e i suoi domini si estendevano sui territori degli attuali Namibia, Burundi, Ruanda e Tanzania (esclusa l’isola di Zanzibar) Togo, Ghana e Camerun rendendo la Germania la terza potenza coloniale europea dopo Regno Unito e Francia.
Dopo aver perso la prima guerra mondiale, il Reich tedesco dovette cedere le sue colonie. Nel 1920 il territorio namibiano fu posto sotto l’amministrazione sudafricana fino al 1990, quando ottenne l’indipendenza.
Tra il 1904 e il 1908 migliaia di persone Herero e Nama furono uccise dalle forze coloniali tedesche, dopo che le tribù si ribellarono contro il dominio tedesco. I sopravvissuti furono confinati nel deserto, dove molti finirono nei campi di concentramento per essere usati come schiavi e numerosi furono i morti per freddo, malnutrizione e stanchezza.
Sulla questione la Germania ha avviato nel 2015 negoziati formali con la Namibia, ma sebbene entrambe le parti si siano incontrate in diverse occasioni i risultati furono modesti: nel 2018 Berlino ha restituito i teschi e altri resti di tribù massacrate che sono stati utilizzati negli esperimenti per affermare le rivendicazioni di superiorità razziale europea nell’era coloniale.
Nel frattempo altri stati africani hanno accusato i tedeschi degli stessi crimini, tra questi la Tanzania, commessi tra il 1905 e il 1907 per reprimere la rivolta di Maji Maji e per questo chiedono riparazioni. Un totale di 36 miliardi di euro è inoltre stato richiesto per riparazioni a Germania e Belgio dal Burundi.