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Dopo aver incassato un secco “nein” dai Verdi, Angela Merkel, che non ha potuto contare sull’appoggio dei Liberali che alle elezioni del 23 settembre non hanno superato lo sbarramento del 5%, cosa che ha reso zoppa la sua clamorosa vittoria del 41,5%, è tornata dai socialdemocratici di Sigmar Gabriel: ha accettato così la condicio sine qua non dell’introduzione di un salario minimo di 8,5 euro l’ora, ma perlomeno si è assicurata la stabilità di governo per i prossimi quattro anni. Merkel ha comunque fatto sapere che crescita, stabilità finanziaria e occupazione dovranno stare al centro del lavoro del governo.