di C. Alessandro Mauceri –
Il 12 aprile è la Giornata mondiale dei bambini di strada. Milioni di bambini che invece di ricevere cure e affetto da una famiglia, vivono quasi sempre da soli ai margini della società che sembra essersi dimenticata di loro.
L’Unicef li definisce i minori “per i quali la strada rappresenta la casa e/o la principale fonte di sostentamento e che non sono adeguatamente protetti o sorvegliati”. Storicamente il nome di bambini di strada è la traduzione del portoghese meninos de rua, una delle espressioni utilizzate in Brasile per parlare del dramma dell’infanzia povera e abbandonata. Un fenomeno così diffuso e complesso da essere stato addirittura “classificato”: ci sono i meninos “na” rua (bambini “nella” strada) e i meninos “de” rua (bambini “di” strada).
Un problema che in molti paesi ha raggiunto dimensioni spaventose. In India si stima sono più di 4 milioni i bambini di strada. Nel 2014-2015, le autorità hanno calcolato che erano 314.700 i bambini di strada solo nelle città di Chennai, Mumbai, Bangalore e Hyderabad. E altri 100.000 (di cui il 20% bambine) a Delhi. Centinaia di migliaia di bambini che vivono senza famiglia e senza casa, vicino alle fermate degli autobus, alle stazioni, ai mercati. Dormono vicino ai bagni pubblici o sui marciapiedi o nei sotterranei. L’87% di loro sopravvive grazie a quello che trova o che riesce a racimolare facendo il venditore ambulante o chiedendo l’elemosina. Di molti di loro le autorità non sanno nulla: meno del 20% ha un documento di riconoscimento, una carta di identità o un certificato di nascita. Tutti gli altri non sono nemmeno registrati all’anagrafe. Anche in questo caso sono divisi in due categorie.
Trent’anni fa i governi di tutto il mondo promisero a tutti i bambini gli stessi diritti. Lo fecero con la Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti dell’infanzia (Uncrc). Oggi di questa promessa pare non essere rimasta traccia. Lo scorso anno, in occasione del 12 aprile, le Nazioni Unite hanno pubblicato il Commento generale dell’Onu sui bambini di strada, un documento con cui riconoscevano formalmente i diritti dei bambini di strada e si fornivano le linee guida autorevoli per assicurare che i bambini di strada potessero godere degli stessi diritti di cui godono tutti gli altri bambini.
Pochi mesi dopo, a ottobre 2017, decine e decine di esperti di tutto il mondo sottoscrissero e inviarono alle Nazioni Unite una lettera aperta per richiamare l’attenzione sul tema dei diritti dei bambini. Tra i firmatari il Premio Nobel per la Pace Adolfo Perez Esquivel che disse: “Condivido le indicazioni dei 74 esperti perché credo sia di vitale importanza tenere in considerazione la partecipazione reale dei bambini e giovani nel disegno e nell’implementazione di politiche per l’infanzia in modo che siano ascoltate le loro esperienze. Appoggio tutte le azioni che si possano promuovere per migliorare la qualità della vita dei bambini che vivono in strada e lavorano, affinché termino le violazioni dei loro diritti”.
Una denuncia che servì a poco. Secondo l’Onu, nel mondo sono tra 150 milioni e 250 milioni i minori che vivono “per” strada e “nella” strada. E con l’aumentare dei livelli di povertà, il loro numero potrebbe aumentare.
Anche in Europa non sono pochi i bambini di strada: almeno 150mila. Ma potrebbe essere una stima fin troppo ottimista. Qualche anno fa in un’intervista Reinhold Müller, allora direttore dell’European Federation for Street Children, disse: “È un dato davvero molto difficile da definire, vista l’eterogeneità dal fenomeno e il numero di Stati coinvolti. Abbiamo una serie di dati che però ci rappresentano la gravità del problema: secondo recenti stime UNICEF, ad esempio, in Europa ci sono circa 1.700.000 bambini rom non registrati all’anagrafe”. In paesi come la Romania dove solo a Bucarest sarebbero almeno un migliaio (di cui un quarto ragazze, un terzo probabilmente Rom). In Moldavia, dove, secondo i dati ufficiali, sarebbero oltre 50.000 i bambini abbandonati. O in Portogallo, dove vivono nascosti nelle viscere della capitale, nascosti tra le mura sbrecciate di case in rovina o nei sotterranei.
Anche in Italia, dove, nella totale indifferenza generale, sono molti i bambini di strada. Vivono lontani da famiglie da cui sono scappati o che non ci sono mai state, senza nessuno che si prende cura di loro, senza controlli. Italiani e stranieri, tutti accomunati dalla disperazione e dal silenzio di chi finge di non vederli e non dedica loro nessuna attenzione. Neanche un giorno all’anno: il 12 aprile, il Giorno dei bambini di strada.