Greenpeace, un milione di firme per i «pirati» incarcerati in Russia. E Scaroni incassa l’applauso degli attivisti

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Il Sole 24 Ore, 18 ott 2013

Più di un milione di firme, 85 manifestazioni, 11 premi Nobel per la Pace iscritti nella liste della super-petizione. Continua «#FreetheArctic30», la campagna di Greenpeace per la liberazione dei 30 attivisti arrestati lo scorso 19 settembre nelle acque russe dell’Artico.
Gli ambientalisti sono sotto custodia cautelare alla corte di Murmansk con l’accusa di «pirateria», per aver tentato una manifestazione contro la piattaforma petrolifera Prirazlomnaya. Il rischio, sulla base dell’articolo 227 del codice penale russo, è una condanna a 15 anni di carcere. Tra i detenuti anche l’italiano Christian d’Alessandro, 31 anni.

Scaroni ha inviato una lettera ai partner della Gazprom, gigante russo del gas naturale e proprietario dello stabilimento contestato, ribadendo l’innocenza degli «arctic30» (28 attivisti interni e due giornalisti freelance) sotto processo. Greenpeace ha applaudito l’ad, che annuncia ora un tavolo aperto con l’associazione sulle «criticità rilevate» nella sua gestione. «Il suo gesto è importante proprio perché viene da un partner industriale di Gazprom, azienda russa di cui contestiamo i progetti industriali in Artico» ha sottolineato Giuseppe Onufrio, direttore esecutivo di Greenpeace Italia.

Scaroni si mostra ottimista sulla liberazione degli imputati. Intervistato ai microfoni di RaiNews 24, ha dichiarato di vedere «margini di sviluppo» nella trattativa con Mosca «Non è un atto di pirateria – ah ribadito Scaroni. ne terrà conto anche la magistratura.
Noi abbiamo come regola quella di dialogare con tutte le parti coinvolte nella nostra attività. Anche quelle critiche. Anzi: soprattutto quelle critiche».Il ringraziamento di Greenpeace? «Mi ha fatto molto piacere – dice Scaroni -. Lo inseriamo in quel quadro di dialogo che stiamo costruendo».