Guinea Equatoriale. Assegnazione delle nuove licenze petrolifere

di Valentino De Bernardis

Obiang Lima Gabriel mbagaHa preso ufficialmente il via la nuova compagna di esplorazione e sfruttamento dei giacimenti petroliferi in Guinea Equatoriale. A farne annuncio è stato il ministro delle Miniere, Industria ed Energia (MMIE) Gabriel Mbaga Obiang Lima durante i lavori della conferenza Africana Oil & Power tenutasi a Città del Capo (6-7 giugno).
Il nuovo programma, denominato EG Ronda 2016, comporterà l’apertura di un bando internazionale per l’assegnazione delle licenze per l’esplorazione e lo sfruttamento delle risorse di petrolio e gas presenti nel sottosuolo del paese. Come è normale che sia, l’intenzione principale del governo di Malabo è quella di attrarre il maggior numero di investitori stranieri, sia per risanare i conti pubblici nel breve-medio periodo con la vendita delle concessioni, ma anche per porre le basi ad un definitivo rilancio dell’industria estrattiva nazionale. Per questo l’esecutivo sarà impegnato in una serie di incontri istituzionali (20 giugno Londra, 20-23 settembre Singapore, 9-13 ottobre Istanbul, Novembre Houston) fino alla scadenza del bando il prossimo 30 novembre. E’ quindi prevedibile che oltre ad aziende che operano storicamente nel paese, come le statunitensi ExxonMobil e Marathon Oil, anche altre multinazionali del settore europee e cinesi potrebbero dimostrare un interesse allo sfruttamento delle risorse petrolifere di Malabo.
Il disegno politico del MMIE è quello di porre basi solide ad uno sviluppo duraturo nel tempo, e il comparto energetico sembra essere l’unico su cui la Guinea Equatoriale possa fare affidamento, nonostante l’attuale flessione del prezzo degli idrocarburi sui mercati internazionali (petrolio da cui il paese dipende per oltre il 90% delle proprie entrate). L’impegno di investimento richiesto per procedere alle opere di carotaggio dei fondali marini, e la costruzione delle infrastrutture necessarie per lo stoccaggio di prodotti petrolchimici e di gas naturale liquefatto, potrebbero fungere da volano al rilancio dell’economia nazionale costretta a portarsi sulle spalle il peso di una preoccupante recessione anche negli anni a venire. Secondo le previsioni del Fondo Monetario Internazionale la prestazione del PIL nazionale nel 2016 sarà la peggiore dell’africa sub-sahariana con una contrazione pari al 7,3%, seconda solamente al Sud Sudan con un segno negativo del 7,8% ma che sta lentamente uscendo da una guerra civile lunga quasi quattro anni. Quadro peggiore se si vanno a vedere le stime per la Guinea Equatoriale nel 2015, quando la crescita del PIL è stata pari a -12,1%. Una scelta quindi, quella del governo di Malabo, in una qualche maniera forzata dagli eventi e che potrebbe ritardare la diversificazione economica necessaria per non lasciare il paese in balia degli shock dei prezzi delle materie prime sui mercati.
Il bando EG Ronda 2016 prevede la vendita di 37 blocchi, di cui 32 off-shore, dalle enormi potenzialità, tra cui ad esempio il blocco EG-05 precedente dato in concessione alla società anglo-svizzera Glencore, per poi essere suddiviso in quattro, e per molta parte ancora non esplorato. Considerazione non secondaria in un paese in cui si stima un totale di 1,1 miliardi di barili di petrolio e 1.340 miliardi di piedi cubi di gas.
A ben vedere però la crisi economica rappresenta solo il riverbero di una più pesante crisi politica del paese. Pur all’interno di un sistema ufficialmente multipartitico, le recenti elezioni presidenziali del 24 aprile 2016 hanno riconfermato per un nuovo mandato il presidente uscente Teodoro Obiang Nguema Mbasogo, che ormai guida il paese dal 1979. Un risultato plebiscitario del 94% delle preferenze che tra accuse di brogli e boicottaggi di alcuni partiti di opposizioni, fotografa la situazione di un paese imprigionato dalla mancanza di rinnovamento nel cuore delle istituzioni, oltre ad accuse di altri attori internazionali (ad esempio gli Stati Uniti) di corruzione, discriminazioni e arresti politici. Un quadro preoccupante che costringe il paese a trascinarsi dietro i soliti problemi irrisolti, in teoria di relativa facile soluzione, come la diseguaglianza sociale. Non a caso la Guinea Equatoriale ha difatti il maggior gap a livello mondiale tra ricchezza pro-capite e indice di sviluppo umano.

@debernardisv
Le opinioni espresse in questo articolo sono a titolo personale.