Guinea. L’Iran a caccia di ferro

di Roberto Favazzo

Un giocatore inaspettato si è unito alla lista dei contendenti per l’esplorazione del ferro della Guinea, la Société des bauxites de Dabola-Tougué (SBDT). Questa joint venture tra lo stato iraniano (51%) e guineano (49%), ma in realtà finanziata e gestita principalmente da Teheran, ha ottenuto un permesso di esplorazione del ferro nella prefettura di Faranah, nel sud-est. dalla Guinea.
Segnala così la volontà di Teheran di cercare di avvicinarsi alle autorità guineane insediate in seguito al colpo di stato che ha deposto Alpha Condé il 5 settembre scorso.
L’Iran è interessato al ferro della Guinea da diversi anni. In varie occasioni i vertici della SBDT hanno discusso con le squadre del ministro delle Miniere di Alpha Condé dal 2016 al 2021, Abdoulaye Magassouba, della possibilità di acquisire permessi per l’estrazione del ferro nel Paese. Mentre la Repubblica degli ayatollah è uno dei maggiori produttori mondiali di ferro, con quasi 50 milioni di tonnellate prodotte in Iran nel 2020, il regime non può contare sulle proprie risorse indefinitamente per continuare ad espandere la sua produzione di acciaio (lega composta da ferro) e rafforzare la sua industria e le sue capacità di costruzione nel suo territorio. Deve trovare giacimenti all’estero, cosa che ha fatto in Afghanistan in particolare, ma fa affidamento anche sul minerale guineano, che ha un alto contenuto di ferro e che quindi costituisce una significativa fonte di approvvigionamento. Il regime di Alpha Condé però non ha mai dato seguito alle richieste di permessi iraniane per l’estrazione del minerale ferroso: le nuove autorità agiranno diversamente?
Se l’ex capo di Stato è stato vicino a Cina, Turchia e Russia, tre Paesi a cui ha ampiamente aperto il sottosuolo guineano, è sempre rimasto molto cauto con l’Iran, che già da trent’anni aveva un progetto per l’estrazione della bauxite nel Paese, quello di Dabola-Tougué. Teheran e Conakry stavano cooperando diplomaticamente, ma la Guinea non era disposta a concedere all’Iran una nuova licenza per una risorsa strategica, sotto sanzioni ed embargo statunitensi, che avrebbe potuto aprire un fronte di conflitto con Washington.
Presentando la sua richiesta ufficiale per costruire una linea ferroviaria, l’Iran spera quindi in una risposta favorevole alla sua richiesta.
Una strategia con cui il governo iraniano intende dimostrare alle nuove autorità di Conakry di essere un partner impegnato a lungo termine. L’industria mineraria è il primo settore dell’economia guineana e la risorsa ancora non sfruttata su cui lo stato guineano sta capitalizzando per rilanciare la propria economia è proprio il ferro.
Al di là di un potenziale permesso per il ferro, l’SBDT iraniano ha un progetto molto più concreto e strategico in Guinea: la bauxite della miniera Dabola-Tougué. Una vasta concessione di quasi 5.700 km2 nel centro della Guinea, traboccante di oltre 600 milioni di tonnellate di bauxite, licenza che SBDT ha ottenuto poco dopo la sua creazione nel 1994.
La bauxite è un minerale essenziale per l’industria iraniana, in quanto è la base dell’alluminio, la cui produzione Teheran vuole aumentare a 1,5 milioni entro il 2025, e che viene utilizzato nell’edilizia, nei trasporti, nell’aeronautica, nella chimica, ecc. Le capacità minerarie di bauxite in Iran sono attualmente limitate, a meno di 1 milione di tonnellate all’anno (in media, sono necessarie 4 tonnellate di bauxite per produrre 1 tonnellata di alluminio).