Guyana. Rottura dei rapporti con il Venezuela fino al rilascio di barche e pescatori

di Alberto Galvi

Il presidente della Guyana, Irfaan Ali, ha annunciato che manterrà la rottura totale dei rapporti con il Venezuela fino a quando non verranno rilasciate le due barche e i pescatori trattenuti dallo scorso 21 gennaio dopo essere stati intercettati dalla Marina venezuelana.
La Guyana assicura che sono stati catturati nelle acque della Guyana, mentre il Venezuela sostiene che fossero nelle sue acque territoriali.
Il governo guyanese ha chiesto l’immediato rilascio dell’equipaggio e delle navi, ma senza successo. Inoltre ha denunciato che l’incidente è avvenuto poco dopo il decreto recentemente pubblicato dal presidente venezuelano Nicolás Maduro che istituisce un nuovo territorio marittimo chiamato Territory for the Development of the Atlantic Façade, al fine di fornire un’adeguata protezione e salvaguardia della giurisdizione del Venezuela.
Il presidente Maduro ha reagito respingendo per la prima volta una concessione ottenuta dalla Guyana nell’area contesa. Il governo venezuelano ha creato quattro zone di difesa integrale marittima e insulare, una delle quali copre l’area soggetta alla rivendicazione. Questa posizione venezuelana è stata messa in dubbio a livello regionale non solo dalla Guyana, ma anche dal Suriname e dalla Caricom (Caribbean Community).
Il nuovo conflitto politico tra Venezuela e Guyana è iniziato con l’arresto dei due pescherecci della Guyana dalla Marina venezuelana. I pescatori quando furono catturati dalle truppe navali venezuelane stavano pescando lungo il fiume Waini in due gruppi di sei, sulle navi Lady Nayera e Sea Wolf.
A dicembre la ICJ (International Court of Justice) ha stabilito, su richiesta della Guyana, di essere competente in materia e che ci saranno udienze per ascoltare le parti, un processo che può richiedere anni e al quale il regime venezuelano si oppone.
Questo nuovo incidente è incluso nella controversia su un territorio di circa 160mila chilometri quadrati a ovest del fiume Essequibo che sarà anch’esso analizzato dalla ICJ. Negli ultimi anni la polemica sull’area si è intensificata, dopo che la compagnia americana ExxonMobil ha scoperto nel 2015 nelle acque adiacenti all’area contesa giacimenti petroliferi.
A livello internazionale il segretario generale dell’Onu (United Nations), Antonio Guterres si è offerto di mediare tra Venezuela e Guyana. Intanto nuovi attori internazionali hanno preso parte alla controversia: gli Usa, che per molti anni sono rimasti neutrali, ora si sono uniti alla posizione della Caricom nel sostenere l’ICJ nell’adozione e nella risoluzione del contenzioso. La Guyana ha il sostegno della maggior parte dei Paesi non allineati, della Cina, del Brasile e di Cuba.