di Alberto Galvi –
Il governo canadese ha avviato un programma per far uscire i suoi cittadini da Haiti in un momento in cui la nazione caraibica è alle prese con un’ondata di violenza tra bande, instabilità politica e una crescente crisi umanitaria. I canadesi verranno invitati a raggiungere la Repubblica Dominicana, che condivide l’isola di Hispaniola con Haiti, e da lì evacuati.
All’inizio di marzo, bande armate hanno lanciato attacchi contro stazioni di polizia, carceri e altre istituzioni statali nella capitale Port-au-Prince, e più di 360mila haitiani sono stati costretti ad abbandonare le proprie case a causa delle violenze. Altri sono rimasti intrappolati nelle loro abitazioni a Port-au-Prince senza poter accedere a cibo, acqua e altri rifornimenti. Gruppi armati hanno saccheggiato container di aiuti e il principale aeroporto del Paese rimane chiuso a causa delle violenze.
Il governo canadese sta esaminando altri percorsi per aiutare i propri cittadini e i loro parenti a lasciare Haiti, così come i residenti permanenti canadesi. La settimana scorsa gli Stati Uniti hanno attuato un medesimo piano con elicotteri, e più di 230 cittadini statunitensi hanno lasciato Haiti dal 17 marzo con partenze da Port-au-Prince e dalla città costiera settentrionale di Cap-Haitien.
Gli Stati Uniti ospitano la più grande comunità di diaspora haitiana del mondo, con oltre 1,1 milioni di persone. In Canada invece vi sono quasi 180mila persone di origine haitiana, e i canadesi haitiani hanno chiesto al governo di fare di più per aiutare i loro parenti bloccati ad Haiti nel mezzo di un’ondata di violenza mortale durata una settimana.