I “5+1” e l’Iran raggiungono l’accordo sul nucleare: alleggerimento delle sanzioni, sei mesi di prova

di Enrico Oliari –

raggiunto accordo nucleare iraniano grandeAccordo fatto. Dopo estenuanti trattative, che si sono protratte fino alle tre di notte, i 5+1 (Usa, Russia, Cina, Gran Bretagna, Francia e Germania) e l’Iran hanno raggiunto a Ginevra la tanto sospirata intesa sul nucleare iraniano.
Si tratta di un passaggio storico, che attenua, se pur per il periodo di “prova” di sei mesi, le sanzioni della comunità internazionale, che hanno strangolato il paese mediorientale negli ultimi anni soprattutto a causa della strategia improntata sul muso duro e sulla sfida del predecessore del presidente riformista Rohani (Partito della Repubblica islamica), il conservatore Mahmoud Ahmadinejad (Alleanza dei Costruttori dell’Iran islamico).
Il primo a twittare l’ “Abbiamo raggiunto un accordo” è stato il ministro degli Esteri iraniano, Mohammad Javad Zarif, seguito pochi secondi dopo da Michael Mann, portavoce del capo della diplomazia europea Chaterine Ashton, presente alla seduta insieme ai rappresentanti dell’Aiea, l’Agenzia atomica internazionale.
L’accordo, scritto su quattro pagine, prevede che l’Iran non arricchirà l’uranio oltre il 5%, limite molto al di sotto del necessario per la costruzione di ordigni nucleari, non potrà aggiungere nuove centrifughe e dovrà neutralizzare le riserve di uranio arricchito quasi al 20%: gli ispettori dell’Aiea, inviati in Iran dall’Onu, hanno valutato che gli iraniani hanno una riserva di oltre 7mila chilogrammi di uranio arricchito al 5 % e 196 chilogrammi al 20%, un valore comunque troppo basso per costruire bombe atomiche, e che la stessa quantità di materiale arricchito è ben al di sotto del limite di 240 kg indicato da Israele come linea rossa il cui superamento sarebbe intollerabile.
Grazie a quanto stabilito a Ginevra, la Repubblica islamica otterrà accesso all’equivalente di 4,2 mld di dlr in valuta straniera, cioè parte del denaro iraniano congelato nelle barche internazionali a causa delle sanzioni, frutto di precedenti vendite di petrolio; l’Iran potrà commerciare metalli preziosi ed avviare la compravendita di veicoli per un valore di 1,5 mld di dlr, come pure ottenere i pezzi di ricambio per gli aerei, altro punto dolente in passato segnalato dai nostri corrispondenti. Ci sarà anche una parziale vendita di greggio, che permetterà al paese di riavviare la ripresa.
Dopo i sei mesi di sospensione delle sanzioni e di controlli da parte degli ispettori delle Nazioni Unite, l’Iran ed i “5+1” si incontreranno nuovamente per sottoscrivere l’accordo definitivo e cancellare le sanzioni più pesanti per Teheran, come quelle sulle esportazioni senza limite di petrolio.
Il presidente iraniano Hassan Rohani ha entusiasticamente parlato di “risultato positivo” delle trattative in quanto sono stati “rispettati i diritti” dell’Iran. Intervenendo alla tv di Stato, Rohani ha detto che “le minacce non possono portare alcun frutto” e che Teheran “non si doterà mai” di armi atomiche. In un tweet il presidente ha poi scritto che “il voto del popolo iraniano per la moderazione e l’impegno costruttivo e gli instancabili sforzi da parte dei team negoziali apriranno nuovi orizzonti”. Ovvia la stoccata alla politica del predecessore.
Dagli Stati Uniti Obama ha dichiarato che “Abbiamo strenuamente perseguito la strada della diplomazia e oggi la diplomazia ha dischiuso una nuova strada verso un mondo più sicuro”. “Per la prima volta in quasi un decennio – ha poi affermato nel suo messaggio televisivo – siamo riusciti a fermare una parte del programma nucleare iraniano”. Ha comunque avvertito che “Se Teheran non manterrà i suoi impegni entro i prossimi sei mesi, gli Stati Uniti riprenderanno il programma di sanzioni dure e torneranno a fare nuove pressioni” e che “Come Comandante in capo mi assumo la responsabilità di voler raggiungere il risultato in modo pacifico evitando la corsa per verso l’uso della forza”; “Rimane – ha concluso –  fermo il nostro impegno verso i nostri alleati, in particolare Israele e i nostri partner nel Golfo, che hanno buone ragioni per essere scettici sulle intenzioni di Teheran”.
E difatti da Israele il ministro per le Questioni strategiche Yuval Steinitz ha affermato che “Questo accordo era e resta un accordo cattivo, che renderà difficile raggiungere una soluzione definitiva adeguata”; caustico il premier Benyamin Netanyahu, il quale ha affermato che l’accordo rappresenta “un errore tragico. Il mondo è oggi più pericoloso”.